In principio era il verbo e il verbo era presso Dio e il verbo era Dio.
Questo è l'incipit del nome della Rosa (domanda non saputa dal concorrente il 14 marzo 2019 a Chi vuol essere milionario, dove sospettava fosse "Nunc et in hora mortis nostrae, Amen. La recita quotidiana del Rosario era finita" che invece è del Gattopardo). il romanzo italiano forse più conosciuto al mondo e, quasi sicuramente il più bello.
Il "monaco fedele" Adso da Melk racconta, ormai anziano, quello che successe in un monastero benedettino nel 1327, quando, in seguito ad alcune misteriose morti ispirate al libro dell'Apocalisse, venne invitato ad ingagare un monaco francescano inglese Guglielmo da Baskerville (come il mastino), il tutto durante una disputa sul tema della povertà della Chiesa Cattolica.
Avendo amato da impazzire il libro e quindi molto meno il film, impossibilitato a portare tutto il sapere del libro in sceneggiatura, speravo molto nella serie tv che, se da una parte riempie questo vuoto, dall'altra riempie anche la narrazione con avvenimenti esterni a quel che succede all'interno del monastero che non ci sono nel romanzo di Umberto Eco.
Le scene aggiunte sembrano comunque essere state concordate con l'autore prima della sua morte e, quindi, non tradisce l'opera, anzi cerca di renderla più comprensibile al pubblico televisivo.
Speriamo che la Rai continui in questa strada di proporre serie di un certo spessore che niente hanno da invidiare a quella dei "nuovi" operatori.