Al festival Lecco arrivano gli zombi. Gli zombi al cinema appaiono per la prima volta nel 1932. Il film è L’isola degli zombi (
White Zombie) di Victor Halperin con Bela Lugosi e Madge Bellamy, la storia quella di una sorta di promessi sposi ad Haiti, dove il don Rodrigo di turno cerca di impedire il matrimonio della donna che ama grazie all’aiuto di un terrificante dottore esperto di pratiche vodoo e del suo esercito di zombie.
Fortunatamente per lui gli zombi sono quelli della tradizione haitiana, ovvero mezzi morti rincoglioniti che, grazie a droghe e pratiche vodoo, vengono ridotti a schiavi, e il cui unico motivo di terrore è dato dallo sguardo e dall’aspetto inquietante. Per tutti gli anni successivi è questa la figura dello zombie che gira a Hollywood, ed è per questo che il suo utilizzo è stato a lungo limitato rispetto ai suoi colleghi vampiri, fantasmi, uomini lupo e quant’altro. Persino la mummia è stata più vitale.
Ci furono anche tre timidi tentativi di evoluzione, L’ultimo uomo sulla terra di Ubaldo Ragona, Plane nine from outher space di Ed Wood e Night of the Ghouls sempre di Wood, ma che di fatto relegarono di nuovo lo zombi al suo destino dando il merito dei disastri il primo ai vampiri, il secondo agli alieni mente il terzo (quello più vicino all’evoluzione romeriana) fu possibile proiettarlo solo negli anni ’80 quando ormai gli zombi erano fra noi.
Con queste premesse lo zombi non poteva certo essere un buon testimonial, così mentre i colleghi cominciavano a subire il fascino delle brand, per loro i contatti con queste erano ancora tabù.
Ma gli esperimenti fatti servirono per dare spunto alle generazioni successive.
Ne L’ultimo uomo sulla terra Vincent Price si trova a dover sopravvivere in una Roma disabitata ma, al contrario di quello che succedeva a Harry Bellafonte 4 anni prima in The world, the flesh and the devil dove New York era veramente tutta sua, lui la notte deve dividerla con i non morti. Unica soluzione fare incetta di cibo durante il giorno e barricarsi la notte con le provviste.
Con l’arrivo dei veri zombi (
La notte dei morti viventi, Usa, 1968) il cinema si rese conto delle immense potenzialità di questi ultimi e li fece diventare delle star. Rispetto ai loro colleghi gli zombi sono tanti, sono affamati, non pensano e soprattutto sono contagiosi. Non si diventa vampiro a meno che non lo voglia il vampiro, zombi si.
Da questo momento lo zombi diventa il migliore fra gli horror testimonial.
A loro si può far vendere di tutto perché tutto si può fare di tutto.
Innanzitutto i sopravvissuti devono sopravvivere e per farlo si rinchiudono in luoghi sicuri pieni di provviste come i centri commerciali (
Zombie, L’alba dei morti viventi), oppure si rinchiudono in posti isolati andando di tanto in tanto in missione per recuperare altro cibo (Virus,
Il giorno degli zombi), o si creano roccaforti “autosufficienti” (Land of the dead,
28 giorni dopo).
Ma prima di arrivare in uno di questi posti sicuri bisogna prima scappare quindi product placement dell’auto più sicura come la Ford di Zombi o la moto Cagiva in
Demoni (anche se a volte è meglio non fidarsi, come succede per i furgoni Chevrolet dell Umbrella che vanno a recuperare gli scienziati a Racoon City in
Residence evil 2 e vengono ribaltati da un camion impazzito o per le linee di pullman della Milwaukee County assalita dagli zombi ne L’alba dei morti viventi), bisogna ucciderli (i film dell’orrore sono fra i preferiti per il product placement delle armi) come succede all’esperto di armi Ash delle trilogia Evil dead che passa con tranquillità dalla McCoullogh ai fucili Remington e bisogna stabilire un contatto esterno sia con cellulari o computer sia guardando qual è l’ultima televisione in grado di trasmettere e così via, qualunque prodotto viene fatto diventare durante un invasione.
Un altro filone che va per la maggiore in questo periodo poi è quello dei videogiochi. Tutti i videogiochi sugli zombi sono diventati (o stanno per diventare) film. Il film sfrutta così tutte la brand equity del gioco per crearne una comune che andrà così aumentando ed aiutando a sua volta il gioco al successivo lancio e creando così una cross promotion “infinita”. In più l’ultima tendenza è quella di inserire vere e proprie scene del video all’interno del film per influenzare ulteriormente il proprio target.
(living dead)