Il nuovo capitolo della serie The House of the Dead di SEGA pesca a piene mani dal Grindhouse di Tarantino e Rodriguez.
Quello che il mondo dei videogames al cinema da, poi dal cinema si riprende, verrebbe da dire.
The House of the Dead è una franchigia di sparatutto su binari (originariamente da sala giochi, con questo capitolo da consolle domestica, più precisamente Nintendo Wii) arrivata alla quinta installazione con questo Overkill. In tempi recenti SEGA vendette i diritti cinematografici sul gioco (largamente conosciuto ed apprezzato) per realizzare un film omonimo, il mediocre (ad esser di manica larga)
House of the Dead di Uwe Boll (2003) ed un leggermente migliore
TV-movie House of the Dead II (in Italia: Cacciatori di Zombie, 2006) con risultati non particolarmente soddisfacenti.
Il commento omonimo sull'operazione fu che il videogioco restava migliore dei suoi adattamenti cinematografici/televisivi.
Con l'uscita di The House of the Dead: Overkill il trend si inverte clamorosamente. SEGA crea un prodotto assolutamente basato sul progetto Grindhouse di Tarantino e Rodriguez, diversificandolo quel minimo necessario per non rischiare accuse di plagio dell'opera cinematografica. La trama del gioco e parecchie ambientazioni sembrano prese pari pari dal Planet Terror di Rodriguez, laddove l'atmosfera da expolitation, gli artworks, la campagna promozionale e marketing, l'ambientazione e le musiche, e gli spot (virali e non), sono mutuati dello stile di Quentin Tarantino con tanto di trailers di lancio finto anni '70 in tutto simili a quelli che si possono vedere prima di Grindhouse, appunto.
The House of the Dead: Overkill e Grindhouse risultano quindi due prodotti culturalmente affini, che vivono in mondi diversi (videogames e cinema) e che occasionalmente si sfiorano e si influenzano a vicenda. Tanto da fare sembrare, in una certa misura, che questo gioco possa essere "il videogame di Grindhouse".
Mossa molto azzeccata e vincente di SEGA e ottima campagna di lancio per questo prodotto. (living dead)