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19 Settembre 2011 - 10:27

I mille occhi

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X: Vertigo
I mille occhi

Una profusione di visioni che sfida la vertigine: è quanto cade nell'occhio, ovvero nei 1000 occhi di un pubblico curioso di scoprire sguardi nuovi sul cinema, scorrendo l'offerta della decima edizione del festival nato a Trieste nel 2002 con un'avveniristica edizione in Porto Vecchio e proseguito nelle edizioni successive facendo perno sul Teatro Miela, dove si svolgerà anche l'edizione del decennale, intitolata “Vertigo”, dal 16 al 24 settembre.
Sguardi nuovi, perché il pubblico di oggi è stanco della diffusa mancanza d'inventiva nella gestione della cultura e nella realtà di tutti i giorni.
Sguardi nuovi che si ribellano agli appiattimenti di un cinema precotto, e vogliono scoprire nel cinema di tutte le epoche l'eccitante brillio della bellezza e della conoscenza.
“I mille occhi” offrono film di tutte le epoche per il gusto di riviverli oggi, non per ruminazioni da studiosi annoiati, non per imbalsamazioni retrospettive. Il cinema, come tutte le arti, trascende  l'impacchettamento di malintese attualità produttive e sociali. Il cinema, territorio dell'irruzione del reale nell'universo delle forme artistiche, è un mondo finalmente all'altezza dei nostri desideri.
Che cosa offre il programma di questa decima edizione? Di tutto, ma nella convinzione che questa varietà sia un metodo di scoperta nella molteplicità di vite di cui abbiamo bisogno.
Film rari e ritrovati, copie uniche di film perduti, proiezioni come eventi unici alla presenza di cineasti e appassionati... insomma l'abbandono a un'avventura della visione, dove nulla sarà scontato, e ogni spettatore potrà eleggere in questa o quella immagine, in questa o quella presenza incisa nelle immagini, l'oggetto di un innamoramento che segnerà la sua vita.
L'avventura: ecco la parola d'ordine con cui immergersi nel programma.
È stata un'avventura quella che ha portato il festival a realizzare l'evento inaugurale: per la prima volta sarà proiettato il capolavoro del maggior regista sloveno, Matjaž Klopèiè, nelle condizioni in cui il regista avrebbe voluto vederlo proiettato, in una copia 35mm che farà cogliere il fascino di una storia attraversata da ipnotiche e desiderate presenze femminili. L'attrice protagonista, la splendida Nataša Barbara Graèner, sarà alla serata inaugurale insieme alla vedova e alla figlia del regista, in un evento coprodotto con la Slovenska kinoteka di Lubiana e la Cineteca del Friuli di Gemona, e patrocinato dal Ministero della cultura sloveno.
In questo festival gli eventi non sono momenti separati ma s'inseriscono in un flusso di visioni, che avrà inizio il venerdì 16 settembre alle 14.30 e proseguirà con un'offerta ricchissima fino a notte, e nei giorni successivi riprenderà ogni volta dalla mattina fino a notte. Addirittura tra il primo e il secondo giorno vi sarà anche un flusso notturno perché uno dei partner del festival, Fuori orario, prolungherà nella notte televisiva di RAI3 l'omaggio al regista Jean-Claude Rousseau, che preinaugura il festival nel pomeriggio con l'anteprima mondiale del suo ultimo film.
Ma non sfidiamo un po' la stanchezza delle palpebre? E, soprattutto, chi ci dà i soldi in questi momenti in cui tutto precipita? Purtroppo il festival parte da un budget ridicolo rispetto ai festival adulti in Italia e in Europa. Ma sfida se stesso ad arricchirlo con una rete di contatti internazionali e di amicizie artistiche che consentono un programma non scheletrico. L'Associazione Anno uno si avvale, attraverso la Cineteca del Friuli, della collaborazione della Cineteca Nazionale e di molteplici partner, compresi molti archivi e istituzioni europee. Trieste e la Regione sono raggiunte da artisti e appassionati, facendo da sfondo alle visioni come nei set dei film che si girano qui. Nella convinzione che festival indichi un  senso festivo della vita, in controtendenza con scelte quali la riduzione delle festività come gran pensata contro la crisi economica.
È un'avventura anche il gesto da Davide contro Golia con cui il festival rovescia come un guanto il pensiero dominante sull'irreversibilità della crisi economica nella rassegna che s'intitola Standard & Poor, come l'agenzia di rating globale. Vi saranno compresi bellissimi film italiani di Rossellini, Olmi, Comencini ed altri, capaci di scoprire ciò che non è ovvio nelle durezze del sociale. Con felici oscillazioni estremistiche, da Gobetti e Fortini (“Scioperi a Torino”) a Jacopetti (“Operazione ricchezza”).
Un'avventura dello spirito ci orienterà nella sezione “Giullari di Dio”, dove ospiti prestigiosi (da Liliana Cavani a Pasquale Squitieri ad altri in via di conferma) presenteranno film eretici: dai “Franceschi” di Rossellini e Cavani a “Io e Dio” di Squitieri a “Cercasi Gesù” con Beppe Grillo a “Joan Lui” con Celentano a “Centochiodi” con Raz Degan, riunendo così alcuni profeti che si sono sottratti agli esiti banali della società dello spettacolo.
E' un'avventura quella che il festival coglie nell'impulso collezionistico, presentando un poker di rari film italiani d'avventura provenienti da una collezione ritrovata in Germania.
Ma la Germania è anche il luogo in cui il festival ambienta una parte del suo programma: la rassegna di film rari corealizzata con il Goethe-Institut, e i film di Klaus Wildenhahn, premio Anno uno 2011, di cui si vedranno opere di meravigliosa ferocia, come “Reise nach Ostende”, il suo ritorno sui luoghi della prima guerra mondiale, che il festival allaccerà a un rilancio della misconosciuta collezione Henriquez di Trieste. Perché anche a casa ci sono molti viaggi da intraprendere.
E, nello spirito dumasiano della collezione tedesca di film italiani, si vedrà un programma dei quattro grandi film di Cottafavi ispirati a Dumas padre e figlio.
I viaggi in Italia non si fermano qui. Nell'anno del centocinquantenario “I mille occhi” scoprono la molteplicità infinita del cinema italiano di tutti i tempi, presentando anche una rassegna di film degli anni 45/48 di sorprendente vitalità, intrisi di drammi vissuti ma reinventati in scelte di vita (“Vivere ancora”, “La vita ricomincia”, “Il canto della vita”...). È uno dei percorsi che toccheranno anche, con spregiudicatezza, serietà e piacere insieme, temi come la presenza ebraica, con l'epilogo di alcuni film rivelatori su Israele, dalla cinica mitografia fondativa di Coletti all'amica ferocia di Straub-Huillet (ispirata a Fortini e a Kafka e Buber).
Vi farà eco l'omaggio a Marc Scialom, nato in Tunisia ed emigrato in Francia, dove è diventato  traduttore e cultore appassionato di Dante. Ed ecco che, qui accanto, due film preziosi di Freda e Matarazzo reinventeranno spettacolarmente figure dell'Inferno dantesco come il conte Ugolino e Paolo e Francesca... Anche nelle celebrazioni e rivisitazioni dantesche “I mille occhi” vogliono inserirsi con la libertà e il gusto di scoperta che li guidano.
Impossibile citare tutti i punti di un programma che si offre alle scoperte degli spettatori. Ma non si possono non aggiungere l'omaggio all'attrice e videomaker croata Jagoda Kaloper, il cinema ispirato dallo scrittore-diplomatico Ivo Andriæ, gli incontri mattutini dedicati ai più inventivi libri di cinema,  la mostra dei dieci anni del festival alla Stazione Rogers.
Diretta da Sergio Grmek Germani, la rassegna si avvale della collaborazione di alcuni dei cinefili più appassionati: triestini, friulani, di tutta Italia, balcanici, mitteleuropei, francesi... Ha  il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune e della Provincia di Trieste, le sponsorizzazioni di Puiatti Impresa Agricola e di JMN & DY Product Placement, e la collaborazione di luoghi alberghieri e di ristorazione cittadini che sottolineano turisticamente il gusto della vita cui il festival vuole abbandonarsi.
Qui comincia l'avventura del signor Bonaventura.
 

Sergio Gmerk Germani

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