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EDITORIA
26 Agosto 2010 - 07:26

Barba e Dintorni

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I furiosi
Barba e Dintorni Nanni Balestrini per chi non lo conoscesse è un artista fondamentale della controcultura italiana. Poeta, scrittore, videoartista, è probabilmente il più importante cantore del sessantotto e dei movimenti politici che ne sono scaturiti, da lui affrontati in più riprese con romanzi e saggi. Si è anche occupato dei movimenti giovanili e delle loro motivazioni come, ad esempio, in questo libro in cui affronta il mondo degli ultras con piglio documentaristico. Leggendo ?I Furiosi?, infatti, ci sembra di guardare uno di quei documentari in cui la camera a mano passa da un protagonista all'altro lasciando che questi parli a ruota libera della sua vita e dei fatti che accadono nel mondo violento e cameratesco dei tifosi organizzati (in particolare in questo caso si tratta delle Brigate Rossonere, tifosi del Milan). Questo senso di assoluta libertà del parlato è dato dall'autore con un artificio che consiste nel non usare mai punteggiatura e di passare da una ?voce? all'altra senza soluzione di continuità e senza specificare direttamente chi sta raccontando. Una struttura d'avanguardia per rendere meglio la naturalezza del mondo analizzato. Con questo libro Balestrini ci dà anche uno spaccato di varie generazioni e tipologie umane in un Italia che sta passando dalla politicizzazione estrema e violenta degli anni settanta al vuoto di parte dei giovani degli anni ottanta che trova nella violenza del branco il fine stesso delle loro esistenze (noi non siamo impiegati frustrati che nel fine settimana si scatenano negli stadi, questa è la nostra vita!). Queste tipologie umane vengono delineate anche aiutandosi con riferimenti ad oggetti rappresentativi dell'epoca che rappresentano almeno una interessante deviazione del product placement editoriale. Ecco allora che troviamo Marabù (uno del gruppo) che ?sta male non male ma peggio che male si era bevuto due bottiglie di CYNAR?, oppure ?Mio padre è milanista da sempre e andava addirittura quando era piccolo andava a vendere le COCACOLE allo stadio?, questo per quel che riguarda gli ultras che vanno in trasferta con ?il pullman che era un lamierone di merda noi li chiamiamo lamieroni questi pullman che ci danno a noi (?) ma uno così allucinante non l'avevamo mai visto l'unica cosa che c'aveva era il simbolo MERCEDES lì davanti?. Poi ci sono le osservazioni sulla varia umanità che incontrano lungo il loro peregrinare come ?i lambascioni come noi li chiamiamo viene da lambada là lala lala lala detto anche il gruppo INVICTA sono quelli con gli zainetti?, oppure ?era musica che con noi non c'entrava niente era musica da discotecari da gente che andava da FIORUCCI tutti di destra?, o ancora ?aspetto da classico bravo ragazzo che poi sono i più grandi figli di troia arrivano lì da me con lo spider alla TRIUMPH e mi dicono...? . Infine sempre con le marche tipiche definisce spaccati d'epoca e brandelli di vita dei protagonisti: ?Avevo mio padre che vendeva L'UNITA' la domenica faceva l'artigiano faceva i mobili mio padre?, ?andavamo a rubare lì c'era un casino di fabbrichette che poi hanno chiuso ne avevano aperte una marea quando c'è stato il boom poi ne hanno chiuse tante e dentro c'era rimasto ancora tutto come alla WALT DISNEY?, ?fammi imparare come si fa a aprire le macchine dai e dai andavamo con la chiavetta della SIMMENTHAL coi cucchiaini di caffè e loro aprivano le 500 e le 600 e le GIULIETTE tatatac?, ?va bene dice lui che cosa vuole eh mi dia almeno 5 stecche di MARLBORO lui me le ha segnate alla spesa e me le ha fatte avere le MARLBORO?. Le maiuscole sono mie. Stefano Barbacini

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