Nel polesine Luigi Di Gianni ricostruisce le vicende narrate in Nella colonia penale, racconto di Frank Kafka nel 1914.
Un esploratore è invitato ad assistere all'esecuzione di un soldato che si era permesso di non alzarsi alle due di notte (doveva alzarsi ogni ora) per fare il saluto alla porta dove il capitano dormiva. L'esecuzione viene fatta attraverso una crudele macchina divisa in tre parti che disegna con degli aghi un disegno sul corpo del condannato per 12 ore, riuscendo a mantenerlo in vita fino alla morte.
L'ufficiale è contento della sua macchina con la quale ha fatto centinaia di esecuzioni senza processo ed è triste perchè pensa che l'esploratore sia stato mandato da lui per fargli sospendere l'uso della macchina, facendolo assistere all'ultima esecuzione e cerca così di convincerlo sulle ragioni e sulla bonta del suo lavoro.
Fra cinema e docufiction, Luigi Di Gianni ripercorre il racconto e il film che avrebbe voluto fare, senza ovviamente poter usare il product placement se non il contributo dei tre produttori: Fuori Orario (ovviamente, Ghezzi fa le cose da Ghezzi) Polesine Film Commission (è normale lo si è girato li) e la Adriatic LNG, piattaforma di propietà di Edison, Exxon e Qatar Petroleum (ma perchè?)
453 Butterfly Room