Il capitano di marina Aldo Rosso e il colonnello Fontana, entrambi dell'AISE sono impegnati in Afghanistan e, mentre stanno lavorando per la costruzione di un ospedale, Fontana viene rapito dai talebani.
Rosso torna in patria e, per cercare di liberarlo, convince i suoi superiori di chiedere l'aiuto di trafficante internazionale libanese. L'AISE accetta e così chiede aiuto al libanese che in cambio chiede che la moglie Rania e la figlia sordomuta possano essere portati in Italia per cercare una cura per la bambina.
Rosso si occupa delle due donne e, con la sfiga di assomigliare a Luca Argentero, poteva Rania, interpretata dalla bella Saadet Aksoy, non cadere ai suoi piedi? Evidentemente (attenzione spoiler) no.
Così Rosso torna in Afghanistan per la missione di recupero ma la CIA (cattiva), grazie a talpa arrivista italiana (Bruschetta), si mette di traverso e così la missione fallisce e uno muore, l'altro viene creduto morto. Indovinate chi!
Una volta fallita la missione Rosso torna a Beirut primo per sventare un attentato terroristico e, soprattutto, per salvare il suo amore dalle grinfie del marito/padrone/trafficante/terrorista questa volta anche con l'aiuto della CIA.
Dimenticatevi Blacklist e tutte le altre serie capolavoro USA fra spy azione e misteri: qui siamo su Raiuno e quindi ci tocca la versione pantofole-spaghetti-pizza-buoni sentimenti e mandolino. E, se per Grand Hotel avevamo fatto notare la presenza di Cattleya per la qualità del prodotto, qua non ci sentiamo di fare altrettanto. Tutto stereotipato, prevedibile e all'acqua di rose.
Fra i product placement i computer Apple con i quali i due amanti si chiamano e le auto Volvo. Strano invece il comportamento al porto con Container semimascherati e altri no, come si vede dalla foto.
711 - 710 Per amore del mio popolo