Garin Nugroho, prolifico regista indonesiano che nel circuito dei festival si è fatto notare principalmente per Opera Jawa del 2006, dimostra tutto il suo talento anche in questo film presente al Torino Film Festival 2016 nella sezione Onde.
Nyai, a woman from Java è una rappresentazione del drammatico (per la popolazione indigena) periodo della colonizzazione olandese. La protagonista è una donna indigena venduta dal padre ad un ricco olandese padrone di una vasta tenuta e costretta così a diventarne la concubina. Al momento in cui si svolge la storia del film, il padrone è ormai vecchio e inetto e la Nyai, la compagna, ha praticamente in mano la conduzione dei lavori della tenuta. Ma non è così facile per un’indonesiana poter contare qualcosa e per la ricchezza che pensa di avere il diritto di ereditare dovrà confrontarsi con i parenti che dall’Europa vogliono toglierle tutto.
Il film è girato tutto in un unico piano sequenza che per la prima ora è un unico piano fisso su di una stanza da cui si aprono tre porte. Da queste porte entrano mano a mano vari personaggi (cantanti, contadini, il padrone di casa, servi, ballerine) come su un vero e proprio palcoscenico e si fa fatica a trovare una forte connotazione cinematografica in quello che è teatro filmato a tutti gli effetti (e si fa fatica anche ad entrare nella cultura indonesiana che il regista ci vuole fare incontrare fatta di canti e balli folkloristici lontani dalla nostra sensibilità). Poi però nell’ultima mezz’ora, in coincidenza con il primo movimento di macchina che va in primo piano sulla protagonista (interpretata dall’intensa Annisa Hertami, presente in sala assieme al regista) l’opera assume un’intensità drammatica rara. Il dramma personale della donna e quello di un’intera popolazione dominata con prepotenza da una potenza straniera esplodono sotto i nostri occhi e il lento vagare finale della Hertami alla ricerca di una sedia su cui appoggiare tutto il peso del suo dolore raggiunge la poeticità di un De Oliveira.
Ambientato negli anni 20 il film non contiene product placement ma in scena appare un quotidiano, il MEDAN PRIJAJI che potremmo considerare piazzamento anche se non riesco a verificare se esiste tuttora.