Inizia il Ravenna Nightmare Film Festival 2016 all'insegna di David Lynch. Si celebra infatti il 30° anniversario dell'uscita di Blue Velvet (Velluto blu) ed è anche occasione per fare il punto sul regista ad oggi, con la presentazione della David Lynch Foundation italiana e la sua mission (l'insegnamento della Meditazione Trascendentale a bambini e giovani) e con la proiezione del documentario David Lynch Meditation, Creativity, Peace.
Ma torniamo all'evento principale, la visione del film del 1986 di Lynch.
Rivederlo oggi, a dire il vero, la percezione avuta è in qualche modo diversa da quella del ricordo di allora. Infatti alla sua uscita sembrava il thriller-glamour perfetto, partorito dalla mente di un intellettuale bizzarro amante del noir e del cinema. In verità se vogliamo vederlo dal lato narrativo e di prodotto di genere, Blue Velvet, ha grossi difetti e a tratti sembra perdere colpi di credibilità (in senso qualitativo, non diegetico). Si scopre invece oggi, alla luce di trent'anni di studi critici, come assoluto capolavoro postmoderno, un film in cui il regista utilizza un iconografia e una costruzione visiva anni '50 per farlo diventare oggetto di culto grazie all'intervento del moderno (un Todd Haynes prima di Haynes, irriverente ed eterosessuale). Esempi di questa incursione del moderno nel passato sono l'ormai famoso ritrovamento dell'orecchio nel prato; la chanteuse da night in perfetta esibizione da cinema classico che si rivela una masochista e poi il corpo di Isabella Rossellini anni '50 per la bellezza dell'imperfezione (ossimoro che significa naturalezza, carnalità e non la perfezione del silicone) ma decisamente odierno per la sua esibizione impudica della nudità; il ribaltamento ironico dei significati dei valori della famiglia e del romanticismo di coppia. Resta invece omaggio ai grandi cattivi del genere noir la figura di Dennis Hopper che sembra uscita da un fumetto di Dick Tracy.
Lynch poi ci mette la morbosità del mistero, il voyeurismo, l'attrazione per la donna perduta. Lynch=Jeffrey Beaumont (McLachlan)=lo spettatore. Un grande film imperfetto. Un'operazione di culto che rispetta il genere per stravolgerlo.
Il product placement ridotto, trova la sua esaltazione nella presenza della HEINEKEN, magnificata dal protagonista come buonissima, riappare più volte lungo il film e non in maniera discreta...