La storia del cane giapponese Hachiko è famosa in tutto il mondo. Il cane che per nove anni aspettò tutti i giorni alla stessa ora il suo padrone, un professore di agronomia morto di un ictus durante una lezione.

Un esempio di fedeltà che ha avuto dedicata un'uscita della stazione di Shibuya, due statue, un giorno in suo onore (8 marzo e a suo tempo una giornata di lutto nazionale), libri, manga, un bus, una comparsata in Futurama e una in One Piece, in videogiochi e, ovviamente in film più o meno dichiarati.

I più famosi sono ovviamente Hachiko Monogatari di Seijiro Koyama del 1987, il remake di Lasse Hallstrom Hachi: The Dog's Tale del 2009 con Richard Gere e Tommy, l'immancabile versione indiana del 2015 di Raja Vannem Reddy.

Adesso al FEFF - Far East Film Festival di Udine di quest'anno è comparsa anche la versione cinese di Ang Xu.

La storia è quella ma cambia l'ambientazione sia geografica che temporale. Non siamo più dal 1925 al 1935 a Shibuya (gli anni in cui Hachiko ha aspettato il padrone) ma ai tempi della costruzione della diga sullo Yangtze a Chongquing cosa che fa si che il mezzo di trasporto per potersi muovere sia la grande teleferica che attraversava la valle e che tutto si svolga fra case e viottoli in salita sui lati del cantiere.

Tenero come da copione e ben girato con bravi attori a partire dal cane. Sarebbe potuto essere un successo anche in occidente se non ci fosse stato un predecessore "pesante" come Gere.  Nessuno product placement