Dalle “stanze di Rol”, titolo della sezione che al Torino Film Festival 2020 racchiude film fuori norma, horror e sperimentali, ci arriva Funny Face film di Tim Sutton. Un film incentrato sulla figura di due giovani emarginati, entrambi senza genitori, lui bianco e lei di colore, lui vive con i nonni, lei con gli zii. Entrambi si celano dietro una maschera, lui letteralmente ne indossa una trovata con una faccia sorridente alla Joker, lei invece un burqa, più per bisogno di nascondersi che non per religione. Con i loro “travestimenti” celano la loro paura e la loro rabbia verso il mondo.
Lui, che potrebbe esser parente con il De Niro di Taxi Driver, vorrebbe vendicarsi contro gli imprenditori che hanno deciso di radere al suolo il suo quartiere per meri interessi finanziari, lei sta cercando se stessa in fuga dagli zii e ancora traumatizzata dalla morte del padre. Nasce così un’amicizia che li porta a trovare un po’ di sollievo alle loro pene.
Nell’opera di Sutton non succede praticamente nulla, vediamo i due che si aggirano per New York, mangiano, si scambiano poche parole, si impossessano di un’auto e dentro vi vivono. Parallelamente si aprono finestre sulla vita del ricco uomo d’affari che con le sue orge con prostitute e le sue speculazioni rappresenta la nuova imprenditoria, quella degli squali che fanno soldi con i soldi sulla pelle della gente, in contrasto con quella dei padri, quella delle costruzioni utili per “fare l’America”.
Andamento rarefatto, musica straniante, attese, qualche scatto d’ira e tanto amore per la “vecchia” New York.
Un negozio in cui un’intera parete è occupata da scarpe Nike, poi comprate dai due giovani, rappresenta l’unico product placement del film.