Secondo film horror al Far East Film Festival Online Edition 2020, arriva da Taiwan ed è Detention di John Hsu. E’ esplicitamente un horror-politico, ambientato negli anni sessanta quando il Terrore Bianco (limitazione della libertà di espressione, divieto di leggere libri proibiti a rischio della vita, legge marziale, dittatura ideologica del Kuomintang) opprimeva la popolazione.
Siamo in una scuola in cui due professori e un gruppetto di studenti si ritrovano in un “club del libro” clandestino per leggere libri proibiti a rischio della vita, in nome della libertà. Sappiamo fin dall’inizio che uno dei protagonisti è detenuto e torturato in una prigione, quindi sappiamo che il club è stato scoperto e i frequentatori ne stanno pagando le conseguenze. Cosa realmente è successo ci viene spiegato utilizzando due piani narrativi, uno metaforico (ed è la parte horror del film) e l’altro in flashback a capitoli in cui piano piano ci vengono svelati orrori (reali) e segreti del passato.
Il film è molto lento, il registra crea un’atmosfera pesante e ad incastro. Se non si entra dentro lo sviluppo molto elaborato e un tantino complicato si rischia di non riuscire ad entrare in empatia con la storia e i personaggi perdendosi la densità del lavoro. Grande la cura dell’immagine alternando parti a colori vividi a ombre scure, bianco e nero a colori pastello.
La cosa sorprendente è che il film è tratto da un videogioco che è quanto di più lontano alla forma scelta per il film! In realtà lo stile da videogioco fa capolino nella parte horror, quella in cui vi sono mostri e gli effetti digitali imperversano, parte che a fatica, sotto il piano visivo, si amalgama al resto.
Film d’epoca e d’interni in cui si fa fatica a poter inserire product placement, ma una marca di sigarette (in ideogrammi) e una di un pianoforte (Bolite) riescono a farsi vedere.
Voto Barbacini: 6,5
Voto Nazzarena: 7
Voto Corti 8