Un sarto di mezza età vive isolato nel suo atelier completamente immerso nel suo lavoro di precisione, un mondo parallelo così come mostrava Below the Row, un altro film visto otto anni fa al Bergamo Film Meeting, però un po' lontano dalla realtà.
Un giorno tutto. Il padre finisce in ospedale e lui decide, visto i debiti che non sono più gestibili, di reinventarsi come sarto di lusso ambulante.
Tutto questo è nella più parte iniziale e più interessante di questo film in concorso al BFM di Bergamo, dove questa sorta di Mr Bean greco passa dal mutismo del suo isolamento all'inizio nel suo laboratorio alla strada dove si trova ad interagire con altri ambulanti e proprietari di negozi che non lo vedono di buon occhio ed improbabili clienti.
Poi il film si perde quando trova l'amore che lo porterà, fra l'altro, verso un nuovo business, facendo abbassare la valutazione finale di un film che partiva con ottime premesse.
Buono invece il product placement con varie macchine da cucire usate nel corso delle vicenda fra cui citiamo le classiche Singer d'epoca e una fiammante Suzuki guidata dal sarto nella sua nuova vita.