Frustrante appartenere alla classe operaia nell'Europa odierna. In Francia così come nel Belgio di lingua francese le problematiche sindacali e i malumori dei ceti più deboli sono trattati più frequantemente che non nelle altre cinematografie ed è così che tra i Dardenne e Guediguian si situa il film Nos batailles di Guillaume Senez presentato al Torino Film Festival 2018.
La fabbrica è l'ambientazione iniziale, è qui che lavora Olivier Vallet (Romain Duris), sindacalista impegnato ed arrabbiato. E' qui che vengono licenziati operai non più "produttivi" e ragazze incinta a cui non viene rinnovato il famigerato contratto a tempo (quello che deve creare occupazione...).
Dopo il suicidio di un collega lasciato a piedi dalla ditta, amico di famiglia per cui Olivier nulla ha potuto fare, succede anche che pure la moglie del nostro Olivier, Rose (Lena Voss) sparisca lasciandolo solo con i due figlioletti che solo ora comincia a conoscere. Il mal di vivere cresceva dentro alla propria famiglia senza che lui se ne accorgesse. Grave come la bruciatura del figlio per cui bisogna continuamente spalmare una crema curativa.
Il film si concentra sulla vita di un uomo che tenta di cambiare le cose, di non appartenere alla maggioranza silenziosa ma che è in difficoltà ad affrontare una situazione generale di malessere senza perderne dei pezzi. Insomma non basta una crema da spalmare sui problemi. Nonostante ciò la morale del film è che comunque bisogna armarsi di pazienza e continuare a non restare indifferenti e a combattre "le nostre battaglie".
Un inno non gridato ma deciso a non lasciarsi vincere ed annullare dalla società "disumana" che ci circonda.
Product placement completamente nullo se non per un microonde LG che appare in più riprese sullo sfondo.