Bel lavoro quello presentato al Torino Film Festival 2013 dall’Antonietta De Lillo. La pazza della porta accanto è un montaggio di brani di un’intervista da lei avuta con la poetessa Alda Merini, probabilmente la maggiore esponente del novecento italiano, nel 1995.
La regista ci mostra solo le risposte della letterata rendendo più secco e svelto l’eloquio frammentato solo da immagini di angoli milanesi, ovvero della città della Merini.
Le parole della poetessa sono spesso dirette e lapidarie, altre volte si sofferma a leggere e commentare le proprie poesie ma il momento magico si ha nei momenti finali dell’incontro quando si lascia andare a ricordi e dolori personali (il manicomio e gli elettroshock che hanno condizionato la sua esistenza, i tre mariti ormai defunti, le figlie che le sono state portate via) per poi tristemente denunciare la propria condizione di donna ormai sola e senza affetti.
Noi ammirati da questo bel documentario dobbiamo però fare il nostro dovere di redattori Dy’s e chiederci: quella bottiglia da 2 litri di COCA COLA presente durante tutta l’intervista e le MARLBORO (ma anche MS) fumate una dietro l’altra dall’intervistata sono casuali o possibile product placement?