Novella McLure è una piacente attrice che, nonostante faccia centinaia di provini, non riesce a trovare una parte da anni. Ovviamente la situazione è drammatica, impossibilitata a pagare l'affitto, a comprare qualunque cosa per vivere e obbligata ad utilizzare i pochi fondi per continuare ad essere elegante per i provini e a frequentare la solita discoteca con un'amica completamente svalvolata alla ricerca (siamo a Los Angeles) di possibilità. E ne trovano anche, ma da parte di millantatori pronti a farsele con o senza il loro consenso, come i due che le drogano ma si ritrovano castrati dai proiettili dell'amica.
Un giorno stremata dalla fame Novella, che ha l'abitudine di mangiarsi le unghie, si mangia per sbaglio un pezzo di dito e la cosa le prende la mano a tal punto che viene ricoverata in ospedale mezza dissanguata con l'accusa di aver tentato il suicidio.
Dimessa dall'ospedale comincia a frequentare uno psicologo sia professionalmente che intimamente e con lui smette di “ mangiarsi” (nel frattempo si era mangiata anche un piede e un po' di gamba). Le cose sembrerebbero quindi andare meglio, ma al solito il destino quando si deve accanire lo fa al meglio. Non vi diciamo l'ovvio finale di questo film, Eat, presentato al Neuchatel International Fantastic Film Festival, atipica opera sul cannibalismo che riesce a sorprendere nella sua razionalità. Quasi una necessità che diventa dipendenza con scene gore che sembrano prese da un corto di Richard Kern.
Poco il product placement se si esclude facebook citato, la Jeep della protagonista è la Buick che prende dopo che l'amica ha castrato gli aspiranti violentatori, guidando con le impronte insanguinate delle mani sui finestrini.