A serbian film, regia di Srdan Spasojevic, 2009.
Dunque, qua si parla di un famoso attore porno-serbo in disarmo. Il tipo, che si chiama Milos, è depresso e beve da mattina a sera Jack Daniels, perché è da cinque anni che nessuno più lo paga per toccare una donna manco con un fiore. A ciò si aggiungono le preoccupazioni economiche dovute a un lustro di disoccupazione e al bisogno esclusivo e assai maschio di voler a ogni costo mantenere la propria famiglia, composta da una sexy moglie nullafacente e da un figlio piccolissimo.
Poi un giorno succede che una sua ex collega, in disarmo pure lei, lo contatta e gli chiede: “Ti va di tornare nel giro del porno? Ho conosciuto un regista alquanto hard che sarebbe disposto a comprarti l’uccello a peso d’oro pur di averti in uno dei suoi film.”
Sulle prime Milos fa un po’ il prezioso, ma appena la moglie gli lascia intendere che nei momenti di crisi finanziaria ai soldi non si sputa addosso e che l’invidia del pene coniugale è roba da debuttanti, lui accetta il lavoro.
Milos incontra così il regista, che lo accoglie come una star, promettendogli che il suo talento artistico sarà pompato al massimo, centimetro per centimetro. Tuttavia, nonostante le insistenze di Milos, nulla sui contenuti del film trapela.
Le riprese hanno inizio e sul set i problemi si presentano quasi subito, dal momento che il regista ordina a Milos di gonfiare di botte delle donne nude e di trombarsele fino all’ultimo respiro. Questa cosa a Milos non piace un granché, tant’è vero che svariate volte interrompe le riprese, preoccupato dall’andazzo del filmetto. Lui è abituato a standard filmici zozzamente normali, e ‘sta storia di violenza sulle donne nude turba parecchio il suo punto di vista, per niente addomesticato a metter d’accordo minchia e randellate.
Un bel giorno Milos minaccia il regista, un omuncolo dall’arietta cattiva e maniaca, di mollare il lavoro, a meno che non gli si spieghino i contenuti del film e il senso delle botte.
Il regista allora gli dice: “Caro Milos, chiedere è lecito e rispondere è cortesia. Peccato che la mia voglia di risponderti sia pari a zero, sennò ti risponderei. Per me puoi smettere le riprese anche adesso, però sei sicuro di voler tornare a vivere nella merda, sommerso dalle bollette da pagare?”.
Milos, colto sul vivo, torna all’istante sui suoi passi e riprende a trombarsi le sue partners e a riempirle di mazzate.
Insomma, dopo un po’ vien fuori che ‘sto film è uno snuff movie e che dietro all’omuncolo regista ci son dei perversi e ricchi russi a cui piace darci dentro con la morte altrui.
Intorno alla fine, il film degenera in modo rossastro e gli spruzzi di sangue e i morti ammazzati dietro la macchina da presa si contano a malapena.
Milos cavalca sapientemente la scena fino al capolinea dei fotogrammi, quasi posseduto dalla furia di dimostrare che Eros e Thanatos sono amici per la pelle e che il conto corrente è un serio affare.
Le ultimissime scene sono da vomito duro e davvero poco carine per Milos, per la sua famiglia e per un casino di altra gente, omuncolo regista compreso.