Per film come questo seguiamo la sezione Onde del Torino Film Festival e così anche in questa edizione del 2017. Film che non sono capolavori, che sono pieni di difetti e probabilmente anche di una supponenza eccessiva, ma film che sperimentano, che azzardano, che si allontanano dallo stereotipo che sempre si incontra nel mainstream.
Let the summer never come again è un film georgiano di Alexandre Koberidze (di stanza in realtà a Berlino), un film povero di mezzi (immagini sfocate e in "bassa definizione") ma ricco di soluzioni, un film lungo (202 minuti) e ripetitivo ma che spesso riesce a trasformare la povertà tecnica in visioni poetiche pure, abbinando Cezanne a Malick. Un film in cui possiamo trovare lunghi piani sequenza, ripetizioni godardiane e accelerazioni da comiche del muto.
La storia è una storia d'amore tra due uomini, un giovane danzatore che dalla campagna arriva in città per entrare in una compagnia di balli tradizionali (e che per poter sopravvivere è costretto a combattimenti di strada e a prostituirsi) e un militare. E' anche, però, un film che si immerge nelle tradizioni del paese natale del regista e che è ammantato dalla guerra, presenza non direttamente sullo schermo ma che resta come una cappa su tutta la vicenda fino a far finire "l'amore" tra i due (l'uomo se ne va proprio per quello). Un senso di precarietà costante in una regione che da anni non conosce certezze.
Il product placement probabilmente "occasionale" ci mostra una borsa ADIDAS, registratori SONY, pubblicità della COCA COLA e pneumatici BRIDGESTONE