Anche quest’anno al Torino Film Festival 41 la presenza Fuori Concorso di un film di Lav Diaz è assicurata. Si tratta di Essential truths of the lake, un film di tre ore e mezzo (durata “breve” per un film del maestro filippino) che racconta la storia di un poliziotto intestarditosi nel voler fare chiarezza su un delitto del 2005, un “cold case” che vede coinvolta Esmeralda Stuart, una ragazza dalla vita movimentata (modella, ballerina, attivista, amante di un gangster, forse prostituta) e conosciuta come “l’aquila delle filippine” per le sue manifestazioni a cui si presenta vestita da aquila per la difesa di questo uccello e dell’ecologia in generale; Esmeralda è sparita, probabilmente morta. Per Hermes Pauparan, il detective, diventa una vera ossessione riuscire a scoprire che fine ha fatto, per questo contatta una regista che sta girando un documentario su di lei, intervista quelli che l’hanno conosciuta e arriva fino a trasferirsi in un villaggio in mezzo alla foresta dove lei ha vissuto.
La storia raccontata, a detta di Diaz, è il prequel del precedente film del regista, When the waves are gone, ma come al solito la storia nelle opere di Diaz è meno importante della Storia delle Filippine, dei luoghi dove viene girato il film, della natura con il suo grande lago e la sua rigogliosa foresta. Così la storia insoluta di Esmeralda diventa un’accusa al Presidente Duterte (ha instaurato la cultura dell’impunità) e si intreccia con il disastro dell’eruzione del vulcano Taal e le inondazioni recenti, con il dolore delle donne a cui sono morti mariti e figli.
Diaz gira con il suo solito bianco e nero pulito con le sue caratteristiche inquadrature fisse che lasciano muovere con lentezza i personaggi dentro al paesaggio e alle architetture urbane. Ma questa volta, nonostante la solita capacità descrittiva e visionaria e nonostante alcuni momenti di cinema superlativi, il nostro si perde nella coerenza della trama, si dimentica qualche personaggio come se non lo interessasse proprio lo sviluppo della storia così preso a far perdere il detective tra luoghi terreni e mentali, stavolta però anche a vuoto… (voto 6)
Lotsia pizza accompagnata da Coca Cola e birra Pilsen rappresentano il product placement del film che vede anche un buon piazzamento di uno zaino Thule.