Un corniciaio (con la faccia di "Dexter" Michael C. Hall) sorprende un ladro in casa e lo uccide involontariamente. Da questo episodio nasce una serie di svolte nella sua vita che lo vedranno prima perseguitato dal padre vendicativo del morto (un redivivo e quasi irriconoscibile Sam Shepard), poi a far combine con lui per andare a dissotterrare un cadavere e far entrare in scena un allevatore di maiali-detective a tempo perso (un Don Johnson decisamente invecchiato bene che cavalca volentieri l'archetipo dell'investigatore duro e cool), infine pronto a sgominare un gruppo di debosciati che producono snuff movies a danno di giovani prostitute fatte arrivare dal vicino Messico e uccise.
E' questa a grandi linee la trama tutt'altro scevra di sorprese di Cold in July di Jim Mickle a cui il TORINO FILM FESTIVAL 2014 dedica un omaggio presentando i suoi quattro lungometraggi.
Il film è un noir texano che prende origine da un romanzo del maestro del genere Joe R. Lansdale, tutto da godere nella sua forma di ballata con finale iperviolento, teso e imprevedibile anche se un tantino Mickle sbraga con il compiacimento pulp (in questo rendendo un degno omaggio allo scrittore che sarebbe uno dei più grandi se sapesse dove fermarsi e fosse meno goliardico, ma Lansdale è questo e forse è giusto così...).
Stranamente non molto il product placement che se togliamo le auto necessarie (VOLVO, e FORD MERCURY), degli improbabili PAMPERS e la compagnia di autobus HUNTER non si sa quanto volutamente inserita, si riduce alla birra LONE STAR, questa si invadente, che sta diventanto la birra ufficiale del noir dopo aver accompagnato per varie puntate Matthew McConaughey in True Detective...