C'è spazio (e di primo piano, addirittura in concorso) anche per il cinema sperimentale, cinema d'arte al TORINO FILM FESTIVAL 32, con il primo film della performer, attrice, regista teatrale, scrittrice, videoartista, la giovane e brava Eleonora Danco.
L'opera presentata non si sa bene come classificarla. Non è certamente film di narrazione, non è un documentario (anche se è (costruito con interviste), non è videoarte (anche se vi sono delle performance), non è cinema poetico (anche se vi sono poesie). Non è neppure cinema politico/sociale anche se le interviste vertono un po' su tutto, sui rapporti tra generazioni, sul passato, sul sesso, sul senso della vita, sulla cultura, sulla religione. Ma le domande della Danco fatte a parenti, amici e a ragazzi qualunque di Terracina trovano risposte non certo "qualificate" o rappresentative di alcunchè. Tra un intervista e l'altra la stessa regista o i ragazzi effettuano delle piccole performance (si rotolano a terra, la Danco si presenta in vestaglia su un letto posto a lato di rotaie della ferrovia, si esibisce in uno striptease all'aperto, costringe padre e badante di lui a vestirsi da astronauta e altro ancora...). Il film è tutto qui, tanto "inutile" quanto brioso, divertente (addirittura spassoso nei dialoghi tra la regista e il padre) e intelligente.
Pensiamo che le inquadrature di ROADHOUSE, IMPREBANCA e pubblicità di VITALDENT (evidente su un autobus) non siano vero e proprio product placement ma non sono certo state tagliate dal montaggio... Così come pensiamo del tutto casuali le citazioni di VIAGRA e MCDONALD'S.