Finite praticamente tutte le tipologie di animali che a causa di danni ecologici/scientifici causati dall’uomo si trasformano in mostri, il filone, grazie ad un regista austriaco (!!), Marvin Kren, con il suo Blutgletscher/The station che abbiamo visto nella sezione After Hours (quella che seleziona film di genere) del Torino Film Festival 2013, arriva forse al suo culmine, qui infatti gli animali si mischiano geneticamente tra di loro a causa di un microrganismo che ne favorisce la creazione.
In realtà “casi singoli” di ibridi mostruosi si erano già visti in altri film (primo fra tutti La mosca con un ibrido insetto/uomo) ma non l’esistenza di un sistematico scambio genetico tra le razze animali (uomo incluso) più diverse causate da un fattore organico.
La terribile scoperta con sanguinose conseguenze viene fatta da un gruppo di scienziati isolati in una stazione tra le Alpi dove si trovano per studiare gli effetti del cambio climatico mondiale, causa del ritiro sistematico dei ghiacciai. Proprio alla vigilia dell’arrivo alla base di un importante ministro viene tragicamente fatta la scoperta del microrganismo di cui si è detto e dei suoi effetti materializzatisi in una rabbiosa volpe con la testa di scarafaggio!
Da questo momento gli ibridi assassini si moltiplicano e i poveri scienziati con l’aiuto dell’energico ministro (una donna iperautoritaria per cui molti hanno gridato alla caricatura della Merkel…) devono lottare per la sopravvivenza.
Lasciando perdere i proclami del regista di aver voluto fare un’opera principalmente sull’allarme sociale conseguenza dei disastri ecologici, prendiamo il film per quello che è, cioè un trashone costantemente sopra le righe per cui ci si può decisamente divertire.
Product placement dominato da MAMMUT, marca di equipaggiamento sportivo, e da MOTOROLA, marca delle radiotrasmittenti usate durante tutto il film. Particina secondaria anche per MARLBORO.