Districarsi tra l’ampia varietà di titoli presente al Torino Film Festival 2012 significa anche la possibilità di viaggiare per vari luoghi del mondo standosene comodamente seduti su di una poltrona cinematografica.
Nel caso di Shell (è il nome della graziosa protagonista) ci troviamo tra le selvagge e fascinose Highlands scozzesi. I gestori di un distributore di benzina isolato dal mondo nel bel mezzo di montagne innevate e laghi sconfinati, sono padre e figlia. La madre se ne è andata da tempo quando ha capito che il Paradiso che le preparava il marito avrebbe significato vita dura e solitaria.
Le giornate scorrono tutte uguali con la giovane costretta a questa vita isolata e i cui contatti sono con alcuni turisti di passaggio, con un divorziato che fa la spola tra nuova abitazione e i figli che va a trovare settimanalmente e che è attratto dalla ragazza, un giovane operaio di una segheria innamorato di lei, qualche camionista.
Per il resto è solo noia e scarse possibilità di parlare con qualcuno. Ma l’affetto per il padre (epilettico tra l’altro…) trattiene la ragazza da qualsiasi scelta di vita differente tant’è che la situazione di isolamento e bisogno di contatto umano rischia di sfociare in qualcosa di simile all’incesto…
Film dai tempi volutamente lenti per mostrarci quanto un paesaggio paradisiaco possa significare anche condizioni di vita difficili, non adatte all’animale sociale che volente o nolente è l’uomo. Aridità e difficoltà di esprimere i propri sentimenti e le proprie pulsioni, felicità neppure contemplata, situazioni congelate dal freddo e dallo sferzante vento gelido, non solo metaforicamente.
Il titolo è product placement bello che pronto (infatti proprio un turista di passaggio chiederà esplicitamente se il nome SHELL è riferito alla benzina…) ma notevole è anche il piazzamento di un paio di LEVI’S regalati da uno degli spasimanti della giovane e considerati dono prezioso proprio perché di questa marca (e nei pensieri dell’uomo anche meritevoli di una certa riconoscenza…).