Al Neuchatel International Fantastic Film Festival ci si immerge in epoca vittoriana, ambientazione nella Londra che sarà di Jack lo squartatore, ma in The Limehouse golem è un altro il serial killer che agisce. Viene chiamato, appunto, il Golem dai giornali e pare che le sue azioni nascano dall’ambiente del musical hall dove agiscono la bella Lizzie, cantante, comica e aspirante attrice e l’ambiguo Dan Leno, star dei palcoscenici recitando “en travesti”. Incaricato delle indagini il detective John Kildare (Bill Nighy) a cui viene lasciata la patata bollente visto che si sospetta il fallimento delle indagini e il nostro è il più sottovalutato e meno considerato degli agenti. Tra i suoi sospetti oltre a Leno e, udite udite, Karl Marx (!) vi è anche Leno e soprattutto John Cree, marito appena morto avvelenato, di Lizzie la quale è in prigione sospettata di uxoricidio. I due casi si intrecciano e Kildare deve scoprire il serial killer e contemporaneamente cercare di salvare la bella Lizzie dalle accuse di cui si professa innocente.
Giallo girato correttamente ma anche molto standard con solite sorprese finali (ossimoro che vuole sottolineare come nei film di detection la sorpresa sarebbe che non ve ne fossero…), godibile comunque principalmente per ambientazione e per come viene ripresentato l’ambiente del varietà inglese del periodo. Onesta e dignitosa la regia di Medina ben aiutato dall’esperto Nighy e dagli altri interpreti, tutti bravi.
Product placement, se proprio vogliamo segnalarlo, per un paio di quotidiani inglesi che riportano le notizie degli efferati omicidi.