Primo film (e ultimo presentato al Far East Film Festival 2016 alla presenza del regista a cui è stato assegnato il premio alla carriera) di Nobuhiko Obayashi e quello più visivamente delirante.
Il regista, che proviene dalla sperimentazione underground, non si risparmia in trovate visive che, utilizzando i trucchi dell'epoca, si situano tra la fiera e l'arte pura. Ne esce un film che sembra un Disney (di quelli che mischiano live action ad animazione tipo Pomi d'ottone e manici di scopa) ma in versione horror e con qualche pruderie soft.
Sempre di giovani ragazze si tratta nelle trame di Obayashi, questa volta sette amiche in vacanza che si recano a casa di una zia di una di esse che ha una casa in campagna. La zietta amichevole e carina con gatto bianco (tipo Cagliostro con occhi verde luminoso assai pericolosi...) le riceve con gentilezza e simpatia ma piano piano si scoprirà ben diversa dall'anziana signora in sedia a rotelle che doveva essere...
Teste tagliate che parlano, arti umani sgranocchiati con gusto, ragazze che spariscono, dita che si staccano, un pianoforte che ingloba e divora le ragazze e tanto altro in questo caravanserraglio di trovate surreali che sembrano girate da un regista in acido...
Il tutto confezionato con colori a pastello in un ambiente rurale tutto tramonti e bellezze bucoliche... Uno sberleffo alla produzione familiare e tanto carina tipica dei prodotti hollywoodiani.
Product placement tutto concentrato sul piazzale antistante la stazione di partenza per la gita in campagna con negozi ad insegna in ideogrammi giapponesi.