Gli Atikamekw sono una popolazione indigena del Quebec e nel 1977 cinque ragazzi di questa etnia, dopo una notte di apparente festa alcolica, sono ritrovati morti dentro ad un furgone finito dirtto in un lago.
Il denso e doloroso Soleils Atikamekw racconta, tra inchiesta e intimismo, questa vicenda in cui erano implicati anche due ragazzi bianchi che “miracolosamente” sono sopravvissuti. Come hanno fatto loro a salvarsi e i cinque indigeni no? Come mai hanno avvertito la polizia solo dopo 10 ore dopo essersi bevuti un caffè? Perché non hanno aiutato gli altri? Come mai una delle ragazze morte era senza mutande ed un’altra con ferite sul dorso? Cosa sarà successo realmente non lo sapremo probabilmente mai perché la polizia ha deciso di chiudere subito il caso senza nessuna autopsia e senza rilevare alcuna stranezza nella vicenda. Sicuramente perché le vittime erano degli Atikamekw e non dei bianchi.
Dato che la vicenda è realmente accaduta e a tutt’oggi senza soluzione, la regista Chloé Leriche (che alle sue radici ha dedicato anche il suo esordio pluripremiato in Canada Avant les rues del 2016) la porta al cinema e inizia il suo film intervistando i veri protagonisti ormai anziani che portano ancora il dolore e lo shock dentro di sé. Poi nella parte finzionale si concentra non tanto sullo svolgimento dell’inchiesta ma sulle reazioni dei parenti delle vittime con primi piani, macchina a mano e cinema meditativo in alcuni momenti addirittura metafisico, quasi sukoroviano… Un ottimo film indipendente nel Concorso del Torino Film Festival 2023 senza product placement (voto 7)