Oltre il cinema commerciale di Nollywood dove tra gli oltre 800 film prodotti annualmente, tra action e drammi per famiglie si fa spazio anche una vena autoriale che chissà non riusciremo a scoprire un giorno vista la scarsa visibilità dalle nostre parti. Intanto in assaggio lo abbiamo dal Torino Film Festival 2020 che in concorso ci presenta Eyimofe (il mio desiderio) di Arie e Chuko Esiri.
Nei quartieri poveri di Lagos si intrecciano (in due episodi distinti più un epilogo) le vite di Mofe e Rosa. Lui è un operaio elettricista che sa fare un po’ di tutto che progetta di partire con la moglie e i figli all’estero ma i suoi sogni verranno drammaticamente infranti da un incidente mortale che colpirà i suoi cari. Lei è una ragazza con a carico una sorella poco più che bambina e già incinta a cui i soldi del lavoro da parrucchiera non bastano. Anche loro sperano di poter emigrare, in Italia, ma per farlo potrebbero essere costrette a vendere il bambino o i propri corpi…
Approccio sentito neorealista da parte dei due registi che giocano non tanto sulla spettacolarizzazione della miseria ma sul suo sviluppo scontato ma inesorabile. Impietoso il loro sguardo sul sobborgo in cui vivono i protagonisti.
Marche di una certa importanza si vedono nel film (Coca Cola, Nikon, I-phone, Range Rover) e il product placement si conclude con le citazioni di Whatsapp e Snapchat.