Ottima iniziativa quella degli organizzatori de “I giardini della paura”, rassegna di film horror all’aperto (per di più completamente gratuita), giunta alla ventesima edizione con ospiti illustri come la presenza di Dario Argento e di Ruggero Deodato (immancabilmente accompagnato da Gomarasca di Nocturno), che di quest’ultimo hanno presentato l’ultimo suo film “Ballad in blood” girato ormai da tre anni ma ancora invisibile o quasi perché non ha mai avuto distribuzione.
Misto di curiosità e diffidenza nell’approcciarci all’opera dell’ormai stagionato regista (che pensavamo anche un tantino arrugginito per le poche opportunità di continuare il suo mestiere) ma l’inizio ci colpisce con virulenza; party di Halloween con maschere, orge, tette al vento, e tanto sangue finto poi si finisce all’interno di un appartamento dove i tre protagonisti, Jacopo, Lenka e il nero Duke intontiti dalla droga assistono allibiti alla morte dell’amica, la rossa Elizabeth, che cade in salotto direttamente dal tetto in vetro (come nel primo omicidio di Suspiria) con la gola tagliata.
Sex & drugs & blood… in questa rievocazione molto libera della vicenda del delitto di Meredith Kercher che ha ispirato Deodato. L’Amanda Knox di turno qui è Lenka, una ceca trasferitasi in America e ora in italia insieme all’amica inglese con l’Erasmus la quale insieme ai due amici/amanti cercherà di capire chi ha ucciso l’amica perché nessuno dei tre, causa alcool e droghe, ricorda nulla. Invece dei flashback Deodato utilizza l’espediente delle riprese di Elizabeth (aspirante regista) per capire cosa è successo nei momenti e nei giorni precedenti all’omicidio, quindi al presente si alternano riprese POV del passato dimostrando che Deodato è decisamente al passo coi tempi e mischia carrellate e trucchetti orrorifici vintage alle nuove possibilità date dal digitale.
Il film è exploitation pura (and we like it…), il film sicuramente più spinto sessualmente del regista, la protagonista che interpreta Lenka, la semiesordiente Carlotta Morelli, non si risparmia in una versione selvaggia e sessualmente disinibita del suo personaggio ma anche Noemi Smorra (Elizabeth) è più spesso nuda che vestita. Nudità che, per par condicio, riguardano anche Duke e un altro ragazzo di colore e non solo le numerose interpreti femminili dell’orgia/party. Pure con il sangue Deodato non si risparmia (anche se in passato in questo campo ha fatto ben peggio).
Peccato che il film giri a vuoto nella sua parte centrale quando il regista pensa più a far citazioni e a mettere con un po’ di ironia giochini citazionisti presentandoci personaggi collaterali piuttosto inutili che dovrebbero dare al film un coté straniante e che invece fanno perdere in tensione. Se i personaggi non uscissero mai dall’appartamento e l’escalation di violenza (che pure c’è) fosse stata gestita meglio ci troveremmo di fronte ad un horror molto interessante ma purtroppo non è così. Il godimento sadico e alcuni passaggi di “classe” di Deodato lo rendono comunque un ottimo divertissement macabro, anche se parla di un evento così tragico (ma mai preso troppo sul serio).
Citazioni varie da Argento al gatto nero di Poe/Fulci, a “Warriors” e succedanei italiani, al suo cameo come professor Roth in omaggio all’amico regista fino, addirittura, a Antonioni e al suo “mi fanno male i capelli” di “Deserto rosso”.
Scene cult: Jacopo mentre sta scopando con Lenka le vomita addosso (!) e Lenka davanti alla gola squarciata (non dico di chi per non spoilerare) si mette a berne il sangue e a leccarsi le dita sporche del rosso liquido.
Una contro pubblicità del Viagra (il Viagra è la morte dell’uccello) inaugura il product placement del film che conta pure, dal bar gestito dal trafficone pericoloso Ernesto Mahieux (L’imbalsamatore…), una pubblicità del liquore Guappa (liquore con latte di bufala…), acqua Santa Croce e Havana Club. La star però è l’I-Phone di Elizabeth che ripropone i video girati dalla ragazza prima della sua morte sorretto dalla compagnia Wind. Ci si sposta su Opel e moto BMW.