L'idea è molto semplice... Il regista bergamasco Stefano P.Testa (che al BFM, Bergamo Film Meeting 2021 gioca in casa) entra in possesso di una serie di videocassette con titoli scritti in italiano e tedesco contenenti filmini amatoriali famigliari e se ne incuriosisce. Scopre che appartengono a tal Hans Liebschner, ex soldato tedesco arrivato in Italia nel 1945 e stabilizzatosi a Bergamo dopo aver sposato un'infermiera italiana. Testa riesce a contattare due dei quattro figli maschi della coppia e a chiedere loro di collaborare con due interviste sulla loro famiglia in parallelo.
Utilizzando queste interviste e il materiale girato da Hans ne esce il ritratto di una famiglia dagli anni della seconda guerra mondiale fino ai giorni nostri (con la morte di Hans e della moglie). Una specie di Boyhood amatoriale in cui Testa si ritrova il materiale già pronto e intelligentemente lo "sfrutta" allo stesso scopo di Linklater, mostrare il passare del tempo sui fisici dei protagonisti e la fragilità delle nostre vite.
A più riprese durante la visione de Il secondo principio di Hans Liebschner ci si chiede perchè restiamo a guardare, neanche fosse il Grande Fratello, le vicende normalissime di una normalissima famiglia come ce ne sono milioni al mondo senza avvenimenti particolari o particolarmente rilevanti, probabilmente il motivo unico è proprio quello, veder rispecchiato in questo found footage movie la caducità della nostra vita "qualunque" e dell'inarrestabile (e velocissimo...) passare del tempo.
Ode a SONY che volutamente o meno diventa product placement del film dato che la tecnologia (almeno quella degli ultimi anni) usata da Hans è quella.