Pari è una bella donna iraniana sposata con un uomo molto più vecchio di lei che si reca con il marito ad Atene dove il figlio studia all'università.
Arrivati ad Atene, però i due non trovano nessuno ad attenderli all'aeroporto e, cosa più grave, scoprono che il figlio non vive più nell'appartamento dove viveva e anche all'università non sanno più che fine abbia fatto.
Pari non si da per vinta e comincia ad indagare andando sempre più a fondo negli angoli bui della città, trovandosi di fronte a rivolte, malavitosi, barboni, stupratori e prostitute.
Presentato a Berlino e, adesso, al Trieste film festival, Pari, che parte come una sorta di giallo e continua con un buon rapporto fra dramma, azione e tensione, rappresenta, così come altri film selezionati per questo festival, per i più svariati motivi, un percorso di cambiamento e purificazione da parte del protagonista.
In questo, il film, rappresenta il passaggio da "moglie dell'Ayatollah" (a scanso di equivoci non è una definizione mia ma è esattamente come la definisce il figlio Babak nel film) a donna emancipata che riesce ad adattarsi e cavarsela in situazioni difficili anche per un occidentale.
Fra i product placement quelli all'aeroporto e insegne per strada ma quello che ci piace di più è quello della GRETA CARGO LINES, ma per verificare il perchè occorre vedere il film.