Primo film in concorso al 36° Torino Film Festival 2018 è il polacco 53 wojni (53 guerre). Il film documenta la discesa verso l'inferno della pazzia di una donna.
Anna è la lei di una coppia di giornalisti, lei fotoreporter, lui corrispondente di guerra. Le assenze continue dell'uomo per i suoi reportage nelle numerosissime e lontanissime nazioni in guerra sono causa per la donna di ansia per l'incolumità di lui. Perennemente sola con i figli a guardare in tv le immagini dei conflitti dove il marito è inviato sicura, prima o poi, di doverne constatare la morte, si ritrova in una condizione patologica in cui il terrore diventa ossessione e follia. La sua mente si scolla dalla realtà e scivola inesorabilmente nella pazzia.
La regista esordiente Ewa Bukowska (traendo la storia da un libro della scrittrice Grazyna Jagielska) utilizza immagini di repertorio per documentare la violenza e lavora sulle sue immagini giocando sulle focali facendo in modo che il volto della protagonista sia spesso in primo piano nitido mentre il mondo che le gira attorno è sfocato perchè la sua mente non è più in grado di comprenderlo chiaramente. Inoltre costruisce una colonna sonora fatta di suoni deformati e inquietanti rendendo in maniera riuscita la distruzione progressiva della mente della protagonista che cade a pezzi come un vetro rotto in mille schegge.
Il finale che raggiunge atmosfere da film horror di genere sbilancia un po' il film e, a mio parere, la protagonista Magdalena Poplawska non riesce a "riempire" il film come dovrebbe.
Product placement limitato alla citazione di un paio di riviste (Newsweek e The Star) e ai "prodotti" che servono ad Anna per attenuare il dolore mentale (Xanax e... Marlboro).