Eduard Srapionov è un guru della musica noise elettronica russa e si sa quanto al Losanna Underground Film Festival questo genere musicale vada per la maggiore (il 90% dei concerti collaterali alla rassegna cinematografica appartengono a questo genere…) e quindi non ci stupisce che all’edizione di quest’anno venga presentato il documentario che porta come titolo il nomignolo Papa Srapa (con il quale è universalmente conosciuto) per presentare una specie di biografia del fenomeno musicale che rappresenta il personaggio.
Autodidatta e sperimentatore (si costruisce da solo i sintetizzatori con cui gestisce i rumori che poi diventano musica performativa assemblando valvole ed elementi trovati in mercatini o addirittura in magazzini militari dismessi…), arricchisce il suono con materiali organici come saliva, sperma e vodka e piano piano diventa negli anni un vero e proprio sciamano mistico della musica. Afferma di avere canali aperti convoglianti energia nel proprio cervello che deve placare suonando e bevendo ettolitri di vodka.
Diventato riferimento per artisti underground e giovani adepti tiene spettacoli in cui crea energie scatenandosi con i suoi sintetizzatori in uno stato di trance e ubriachezza mentre sul palco s’aggirano nudi cantanti e ballerine in un clima orgiastico.
Il documentario in realtà è piuttosto superficiale mostrandoci la personalità di Papa Srapa con suoi interventi e interviste non molto interessanti a suoi produttori e collaboratori. Si è preferito costruire l’immagine dell’artista solo in maniera impressionista giocando sugli estremi mostrati a spot che non ad approfondire una figura decisamente interessante della subcultura russa. Da ascoltare la divertente barzelletta finale raccontata da un divertito Papa Srapa…
Marche di vodka russa, e un’apparizione di due pubblicità (Castrol e Ballantines) su di un palco potrebbero essere product placement del film.