Sorprendente film proiettato alla 50^ Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro, quello di Julie Talen, Pretend, in cui la regista sperimenta tutte le possibilità dello split screen che la videocamera permette.
Ogni inquadratura è composta da più frame (anche 7 o 8 insieme) inseriti dalla regista e frutto di riprese fino a 7 videocamere contemporanee. Il risultato è cinema che richiama la videoarte ma anche gli sperimentatori Mekas e Brakhage e costringe lo sguardo a scegliere cosa vedere senza poter cogliere mai una visione collettiva ma assorbendo informazioni, stati d'animo, immagini in modo del tutto impressionista e moderno.
Il tutto è ancora più stupefacente perchè non ci troviamo di fronte a sperimentazione non narrativa, ma (Julie Talen è sceneggiatrice hollywoodiana e ha lavorato, tra gli altri, con Altman e Verhoeven) ad una sceneggiatura "tradizionale" (due bambine per paura che i genitori si lasciano decidono di simulare un rapimento della più piccola delle due con conseguenze drammatiche perchè la bambina sparisce poi veramente...) fatta esplodere da questo linguaggio innovativo (portando agli estremi gli esperimenti decisamente più arty di Greenaway e Soderbergh).
Product placement visivamente inesistente, si annotano solo due citazioni, la pompa di benzina SUNOCO dove lavorava il padre delle bambine e un pick up FORD che viene come il mezzo autore del (falso) rapimento della ragazzina.