SUKIYAKI (Maeda Tetsu, Giappone, 2011)
Presentato al Far East Festival di Udine il film Sukiyaki di Maeda Tetsu tratto dal manga omonimo di Tsuchiyama Shigeru.
Colloquio in prigione: un bella ragazza (Kimura Fumino) chiede al prigioniero dall'altra parte del vetro (Nagaoka Tasuko) se gli era piaciuto il Ramen (che sapremo lei aveva preparato con quel poco che le era rimasto a casa: insalata, brodo, cipolla, spaghetti, burro a dispetto della ricetta originale, a mio avviso, molto meno convincente n.d.r.). Lui la guarda, non risponde, e, accompagnato dalla guardia, se ne va in cella. Questa sarà la domanda fondamentale e portante di tutta la storia.
Arrivato in cella il novellino si trova a che fare con i quattro compagni: un ladro, un lottatore di sumo, un gigolo ed un anziano non meglio identificato che funge da grande yoda del gruppo.
Oltre alla vita del carcere: le ore pasate in cella alternate a quelle passate nella falegnameria del carcere, assistiamo ad un vero rito che si consuma tutti gli anni: la gara sul miglior pranzo.
A Capodanno il menù dei carcerati è finalmente buono e abbondante. La tradizione della cella vuole che con l'avvicinarsi di quel giorno tutti debbeno raccontare il loro pranzo migliore. A chi racconterà la più bella andrà l'onore di scegliere qualcosa da ognuno dei vassoi degli altri. Arbitra l'anziano non meglio identificato.
La storia che a noi interessa di più è quella di kurihara Kenta. Abbandonato dalla madre a cinque anni dopo che gli ha servito un'ottima colazione di marzapane, decide di intraprendere la strada el crimine cercando di entrare nella yacuza. Ritrova una vecchia amica e se ne innamora ma, quando lei scopre il suo passato lui la tradisce con una (probabilmente prostituta che si fa trovare a casa dalla fidanzata mezza nuda mentre beve tranquillamente birra Sapporo. Lui dovendo fuggire da una lotta di bande le ruba tutti i soldi, lei lo scopre ed, amandolo alla follia, le lascia pure la carta di credito (product placement della banca impossibile per chi non sa il giapponese) e gli prepara l'ultimo Ramen, appunto, con quel poco che ha in casa. Questa è stata la sua migliore cena e non aprirà mai le lettere che arrivano in prigione da parte sua preferendo custodirle sotto un barattolo Johnson.
Le storie dei compagni sono invece più leggere, anche se quello che mangiano è improponibile.
Il ladro stava fuggendo dalla polizia e prima di venire catturato accetta il pasto di un'anziana signara che fra le cose che prepara c'è del riso con uovo crudo, mais e salsa di soia. Il gigolo si ricorda una grigliata sulla spiaggia mentre l'aspirante giocatore di wrestling che viene ritrovato ubriaco da una barista top model che in un bar con carico di bottiglie di Cinzano Glenlivet, Glenffich, Bombay Sapphire, Yagermaister gli prepara una delle cose più schifose mai viste in vita mia: un'omelette gigante ripiena di arancini, ketchup e pasta alla carbonara più altra roba che non c'entra niente. Ma questo è niente all'inizio si dice che i maccheroni che hanno portato non sono buoni perchè non c'è la maionese. L'antiproduct placement per eccellenza della pasta italiana.
Vince ovviamente il veterano e giudice supremo Gasaburo (Maro Akaji) con il piatto del Sukiyaki fatto in tempo di guerra rubando una mucca.
Il film nel complesso si lascia guardare anche se non eccezionale. I piatti decisamente no.