IODO (Kim Ki-young, Corea del Sud, 1977)
Nella rassegna The darkest decade - Korean Filmakers in the 1970's presentata al Far East Festival di Udine è stato presentato Iodo, film di Kim Ki-young, regista ritenuto il genio della sua epoca, del 1977.
In Iodo si parla di un'isola a sud della Corea di nome Jeju dove le donne vivono del mare. La società è governata da una donna sciamano e le donne che fanno le tuffatrici sono quelle destinate a portare avanti la discendenza dell'isola in quanto i maschi, pescatori, sono destinati ad accoppiarsi per poi sparire prima o poi nel mare a causa della divinità/demone Iodo che prima o poi verrà a prenderli. Inutile fuggire (come per lost) prima o poi l'isola li riporterà indietro al loro destino.
Jeju è un'isola profondamente legata alle proprie tradizioni e ai propri miti mentre la Corea del Sud civilizzata sta avanzando e vorrebbe costruire un albergo proprio su di essa.
Un uomo d'affari va così sull'isola anche per capire la strana sparizione di un uomo originario dell'isola caduto in mare mentre stava (probabilmente contro le proprie voglie) ritornando all'isola e della quale è lui stesso accusato essendo stato l'ultimo ad averlo visto mentre si ubriacavano di notte di birra Kirin o Singha (purtroppo troppo lontana per capirlo).
Comincia così un viaggio anche cinematografico, fatto di continui salti temporali, per cercare di capire i misteri dell'isola, il mistero dell'uomo scomparso e dell'uomo d'affari, nel quale succedono le cose più impensate, necrofilia compresa.
Non vi sveliamo nient'altro. Iodo è assolutamente un film da avere nel quale non c'è però nessun product placement se non una delle birre citata in precedenza.