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CINEMA
23 Novembre 2020 - 20:27

UN DON CHISCIOTTE NEL NUOVO BRASILE

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Casa de antiguidades (Joao Paulo Miranda Maria, Brasile, 2020)
UN DON CHISCIOTTE NEL NUOVO BRASILE

Un film fuori dai canoni in concorso al Torino Film Festival 2020 (e per questo massacrato, da quel che si vede dalla colonnina a fianco delle valutazioni, dalla votazione degli spettatori web che evidentemente preferiscono i film politically correct e convenzionali…) l’esordio del brasiliano Joao Paulo Miranda Maria, da cui ci aspettiamo molto in futuro.

Ambientato in una provincia del Sud del Brasile, vede protagonista il vecchio indigeno Cristovam al tramonto della sua vita e della sua attività lavorativa. Infatti la zona e la grande fabbrica di latte in cui lavora passano in mano ad un gruppo di austriaci dalle tendenze nazistoidi (si trascinano dalle loro tradizioni i balli tirolesi di cui danno sfoggio all’Hotel Tirol, parlano di secessione del sud più ricco e non corrotto dal nord, sfruttano i lavoratori in nome del capitalismo e hanno decise tendenze razziste e antidemocratiche) che lo ricattano: se vuoi mantenere i benefici per la pensione continui a lavorare per noi ma ti abbassiamo lo stipendio.

Frustrato per una vita che non ha più, oggetto di razzismo da parte dei figli dei “nuovi padroni” e costretto a sopravvivere in povertà, ad un certo punto si trasferisce nella Casa de antiguidades del titolo, poco più di una baracca abbandonata utilizzata come rifugio per sodomiti, in cui trova oggetti (maschere, armi, strumenti musicali) che lo riportano alle radici del suo antico popolo e gli cambiano la vita. Diventerà una specie di Don Chisciotte contro la modernità cercando di ritrovare l’orgoglio primigenio.

Il film non divide mai il bene del male (impietoso sia con “gente” del passato, maschilista, ubriacona e violenta che con gli ancor più pericolosi “immigrati” che vogliono padroneggiare in maniera antidemocratica e sfruttatrice) e alterna immagini oniriche alla cruda realtà sorprendendo spesso per la sua stranezza.

Praticamente nullo il product placement, incontriamo solo pantaloni attillati che fasciano il bel deretano di Ana Flavia Cavalcanti della brand Bongo e una birra che riporta Genuina sull’etichetta che non so se realmente esista…

Stefano barbacini

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