Prima giornata della 46^ Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro. Si comincia con un documentario decisamente interessante sul grande cineasta svizzero Daniel Schmid, autore di rara sensibilità cresciuto al cinema con Fassbinder. Decisamente buono anche l'inizio della rassegna sul cinema russo contemporaneo con il film Plenny/Captive del regista Aleksey Uchitel. Durante la guerra in Cecenia due soldati fanno prigioniero un giovane ceceno che dovrà fargli da guida nell'inospitale territorio di guerra. Il film si trasforma in un pericoloso road movie con l'atipico terzetto a dover far fronte al caldo, al terreno accidentato, a piogge torrenziali e, soprattutto, ai nemici in agguato. Durante questa piccola odissea il maggior in grado dei due soldati comincia a provare sentimenti paterni nei confronti del giovane ma sarà costretto ad ucciderlo con le proprie mani per salvarsi la vita... Film senza speranza. Ma finora seppur le pellicole viste hanno presentato un notevole interesse artistico, nessun interesse hanno per noi (nessuna ombra di product placement). Da questo punto di vista finalmente si arriva al terzo film in programma, il primo in concorso. In una splendida ambientazione (siamo nella provincia messicana nei pressi di un lago prosciugato) si svolge il film Vaho del regista Alejandro Gerber Bicecci. Si intrecciano le storie di tre giovani apparentemente slegate tra loro (uno ha il problema di un padre alcolizzato all'ultimo stadio, un altro con la ragazza che ama che lo lascia per un uomo sandwich vestito da caffettiera!!!, e l'ultimo è il proprietario di un internet point che utilizza soprattutto per fare il guardone sui siti porno). Le tre storie si legano con quelle della comunità perchè celano i loro sensi di colpa per un fatto successo otto anni prima che riguardava il linciaggio di un innocente. Film oltremodo lungo anche se a tratti non privo di fascino. A noi interessa particolarmente l'episodio del proprietario dell'internet point che ad un certo momento si intrufola, con il suo computer SAMSUNG, nel sito WWW.MAILMEX.COM.MEX per andare a guardare le e-mail di una ragazza che gli piace particolarmente. Nel film troviamo anche un TV PLATRON e notizie trasmesse dal notiziario TV della rete OR. Dalla Corea arriva I came from Busan, film del più volte ospite, a questo festival, JEON Soon-il. Atmosfere alla Kitano per raccontare la storia di una ragazza rimasta incinta a seguito di un rapporto in cui si prostituiva (lei e l'amica del cuore fanno parte delle ormai famigerate studentesse coreane e giapponesi che si prostituiscono tra una lezione e l'altra a facoltosi uomini di affari) che decide, minorenne, di dare in adozione il frutto della colpa. Poi però non reggerà il rimorso ed arriverà a rompere sulla testa dell'addetto alle adozioni una bottiglia di HITE per sapere chi ha adottato la sua bambina.