Se si sopporta il fastidioso video di bassa qualità (l’effetto è quello di una VHS riversata) che non si sa quanto voluto (scelta estetica tipo super 8 o mezzi tecnici troppo economici?), non si fa troppa fatica ad entrare in empatia con la ragazzina dal volto volpino protagonista di questo esordio della regista fiamminga Patrice Toye a cui il Bergamo Film Meeting 2022 dedica una personale.
Tredicenne, vogliosa di vivere l’amore e in ricerca d’affetto, vive senza un padre con la madre/sorella non ancora trentenne nella periferia di una grande città. La troviamo all’inizio del film in un Istituto di correzione per minorenni a causa di qualcosa “di brutto” che ha fatto e che scopriremo solo verso il finale.
Alla famiglia composta dalle due ragazze si aggiungono i diversi compagni sporadici della donna e il fratello nullafacente e parassita con tendenze incestuose…
Un film girato con sguardo intimo e partecipativo senza mai esagerare nel rimestare nel torbido scegliendo una narrazione più poetica e fantasmatica, con i difetti di un primo film non perfettamente limato ma sicuramente impattante per lo spettatore che non può non affezionarsi alle due protagoniste, donne del nostro tempo con problemi di sempre, purtroppo eterni.
Praticamente nessun product placement se si eccettua la citazione del Martini e una scatola Santor su una scansìa.