ROUGE MIDI – Robert Guediguian (1985)
Nel suo secondo film (recuperato durante la personale dedicatagli dal Bergamo Film Meeting 2013) Guediguian riversa i ricordi del proprio vissuto e della propria città focalizzandosi su tre generazioni di immigrati italiani a Marsiglia.
Il film è costruito come un insieme di istantanee e brevi brani colti da ricordi e racconti di vita nella città francese partoriti dalla mente di Sauveur (il corrispettivo di Salvatore in italiano), il protagonista interpretato da Gerard Meylan, che rimembra quando il nonno giunse in Francia ad inizio secolo, le due guerre, la difficile vita dei genitori (lo stesso Meylan e la Ascaride), operaio lui, domestica lei, l’infanzia degli zii.
I temi sono i soliti che interessano il regista, la città in riva al mare, l’immigrazione, le difficili condizioni di lavoro, il fronte popolare, la resistenza, gli amori, la critica alla borghesia (l’infelice decadenza della padrona della madre alla ricerca di sesso e tenerezza che i soldi non le danno è una delle tranche di racconto meglio riuscite a Guediguian).
Lo stesso autore, parlando della pellicola, dirà che forse era ancora troppo inesperto quando l’ha realizzata per affrontare una tematica di così ampio respiro (incentrandosi principalmente sul periodo di guerra, metterà più compiutamente sullo schermo il passato degli immigrati a Marsiglia in l’”Armée du crime” nel 2009), ma dalla freschezza e dalla timidezza della regia scaturisce un’opera curiosa, a tratti tenera, a tratti dura, piena di disillusione ma anche di amore, a cui lo spezzettarsi del racconto e i vuoti temporali danno una vivacità che evita il prolisso e la noia.
Più che al succedersi degli avvenimenti al regista interessa restituirci un ambiente particolare, quello dei bar che propongono ORANGE CRUSH e dove i protagonisti chiacchierano e riversano i propri problemi sorseggiando il classico pastis RICARD e leggendo LE MONDE, degli amori rubati, dei corpi venduti, dei piccoli truffatori, delle difficoltà di sopravvivere in un porto dove non c’è più lavoro e da cui si è costretti prima o poi ad andarsene con i treni della SNCF.
Product placement vintage per gli avvenimenti del passato e utilizzo dei “sempreverdi” come RICARD, appunto, a cavallo delle epoche, con una particolare attenzione al furgoncino pubblicizzante le LOCATION VOITURE MATTEI, probabilmente il noleggiatore dei mezzi impiegati nel film.