Commedia di quelle stralunate che ricorda il cinema di Luc Moullet (per chi se lo ricorda...) o di Roy Andersson, The barefoot emperor (seguito di The King of Belgians, Un re allo sbando) ha inaugurato la sezione Afterhours del Torino Film Festival 2019, in realtà una scelta un po' anomala dato che questa sezione è in generale dedicata a film horror o a commedie demenziali e il film in questione è certamente "strano" ma più che altro un film fantapolitico con punte di sarcasmo piuttosto mirato e non così esagerato.
Il re del Belgio dopo esser stato detronizzato dalla rivolta dei Valloni, si ritrova a viaggiare attraverso i balcani, più precisamente a Sarajevo nel giorno della rievocazione dell'assassinio che ha scatenato la prima guerra mondiale. Il re subirà un attentato "per errore" che gli causa la perdita di un orecchio e si ritroverà ricoverato/prigioniero nella casa di cura del dottor Kroll (Udo Kier) con i suoi assistenti, sull'isola che fu residenza estiva di Tito in cui soggiornarono tra gli altri Breznev, Castro, il Che (che regalò un lama che ora si crede zebra... a Tito), Gandhi (che portò con sè due elefanti...), Liz Taylore e Richard Burton, Arafat... Gli ospiti odierni della casa di cura ricoverati tutti sotto anonimato, prendono convenzionalmente il nome di uno dei famosi ospiti precedenti.
Nel frattempo "il secondo attentato di Sarajevo" fa crollare la Comunità Europea e una "Nuova Europa" viene instaurata con a capo un'Imperatore...
L'Europa delle regole rigide e della burocrazia cade soppiantata dalla nuova che riconosce come primaria l'identità degli Stati e la "libertà" di regolare il flusso delle persone (regolato dalle "maglie nere" che comandano dietro le quinte...). Insomma il sovranismo soppianta la democrazia del Parlamento di Bruxelles...
E' evidente che i registi Peter Brosens e Jessica Woodworth gardano ad un possibile prossimo futuro con preoccupazione e lo ipotizzano raccontandolo con amara ironia ed utilizzando uno stile particolare facendo avanzare la narrazione con piccoli episodi bizzarri che si susseguono uno all'altro con lentezza, understatement e una buona dose di cinismo.
Nel film troviamo anche una doppia Geraldine Chaplin.
Niente product placement se si eccettua una citazione di IKEA.