Il barone Carlo di Santafusca è in rovina. Chiede aiuto allo strozzino del paese che si veste da prete perché ha avuto un passato in seminario ma che è diventato veramente uno stronzo.
Dopo un diverbio il barone uccide Don Cirillo e riesce a nasconderne il corpo ma c’è un problema: prima che il barone se ne accorga il cane del fattore prende il cappello che comincia così a fare un giro strano che porterà a smascherare l’assasino.
Tratto da un romanzo di Emilio di Marchi con una scenegiatura di Sergio Amidei, Poggioli costruisce un dramma con Roldano Lupi nei panni del barone in un personaggio che è un po’ un cugino del marchese di Roccaverdina interpretato sempre da lupi in Gelosia.
Unico product placement presente è quello della Gazzetta del mezzogiorno che riporta le notizie della morte del prete.