Dopo un paio di opere poco convincenti (Knives and skin e Night’s end) la regista femminista Jennifer Reeder riesce a proporci un’opera decisamente interessante in concorso al Neuchatel International Fantastic Film Festival 2023. La sua virulenta battaglia per portare l’attenzione sui problemi dell’autodeterminazione individuale e sessuale delle donne trova finalmente una potenza visiva ad accompagnare l’esposizione delle problematiche di genere. Quello che nei film precedenti rasentava il mieloso vittimismo o lo scialbo compitino di genere, in Perpetrator invece, facendo sua la lezione di Argento (Suspiria) e Cronenberg e sulla strada tracciata dalla Ducourneau, diventa opera dirompente iconograficamente e intrigante narrativamente.
La protagonista è una giovane problematica che vive col padre e non ha mai conosciuto la madre. Su richiesta del genitore viene allontanata da casa e messa sotto custodia di una donna che pare conoscere assai del passato dei suoi genitori così come dei poteri occulti che ammantano la sua famiglia, praticamente un incrocio tra streghe e vampiri che hanno la particolarità di essere dei mutaforma che empatizzano con gli altri esseri che incontrano e di cui possono assumere l’identità. Finirà per doversi inventare detective per scoprire il mistero della sparizione di una compagna di studi che la porterà a dover affrontare un “mostro”; un ingresso in un incubo di sangue metafisico e reale, di corpi straziati volontariamente (chirurgia plastica) o violentemente.
Finalmente la Reeder abbandona la poetica piagnona di Knives and skin e ci butta addosso tutta la sua rabbia femminile facendo ottimo cinema.
Solo auto nel product placement del film, Chevrolet e Ford.
Voti: Monica 6,5; Macchia 7,5; Ballola 4; Corti 8; Barbacini 6,5