Vivere a Bolungarvik, paesino sperduto della sperduta Islanda che fa un migliaio di abitanti ed è per la maggior parte dell'anno sepolto dalla neve ed immerso nell'oscurità non deve essere semplice per un giovane voglioso di vita.
Noi è uno di questi giovani, a suo modo ribelle alla scuola e alla famiglia, inetto e inerte, fa incazzare tutti, professori e parenti. In realtà non fa nulla di male, semplicemente è estraneo a tutto. Non per nulla riesce a trovare lavoro solo come custode del cimitero, dove tutto è morto. Quando riesce ad allacciare un rapporto con Iris, la commessa del distributore, progetta con lei la fuga dal luogo ameno quanto desolato e senza prospettive in cui si trovano. Lei sembra essere d'accordo con la prospettiva ma probabilmente non pensa che Noi faccia sul serio e al momento x designato per scappare, si tira indietro. A questo punto il mondo crolla intorno a Noi e non solo metaforicamente.
Pessimismo tutto nordico (Kaurismaki a far ombra) in questa commedia bislacca e molto tragica. Resta il miglior film (di un certo successo nel circuito d'essai anche in Italia) di Dagur Kari, regista islandese ma di stanza in Danimarca, a cui il Bergamo Film Meeting 2017 ha dedicato una personale nella sezione Europe, now!
Rare parole, e raro product placement. Troviamo PANASONIC, HUMMEL su una ti-shirt e MERCEDES.