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CINEMA
13 Luglio 2016 - 09:50

NIFFF 2016

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Seoul Station (Sang-ho Yeon, ROK, 2016)
NIFFF 2016

Lode e gloria al Neuchatel Fantastic Film Festival che non si limita a proporre film divertenti e cazzuti ma azzarda, andando a sondare trasversalmente linguaggi, nazioni, politiche, opere fuori dagli schemi. Dobbiamo all’edizione del NIFFF di quest’anno ad esempio la scoperta dell’animazione di Yeon Sang-ho magnifico esempio di film di zombie politicizzato (ritorno al prototipo romeriano?).

Chi volesse recuperarlo non si aspetti la magnificenza tecnica di Inside out (ennesimo pseudo capolavoro che però non si distanzia, nonostante punti chiaramente più in alto, dal fiabesco moralistico disneyano) o la carineria del tratto tutto occhioni e linee geometriche degli anime. Siamo invece di fronte ad un’opera grezza che arriva come un pugno allo stomaco per crudeltà politico-sociale. Niente a che vedere con l’impegno di Miyazaki destinato a piacere a tutti (e quindi scarsamente efficace) o con la cattiveria di un South Park, geniale ma molto “camp”.

Il film inizia tra i barboni ubriaconi che vivacchiano davanti alla stazione di Seoul, ed uno di essi comincia a sentirsi male. Sarà il paziente zero, il primo tassello della virulenza che comincerà a trasformare in zombie gran parte della popolazione della città. Parallelamente si svolge anche la storia della protagonista Hye-sun, bella e giovane ragazza (poi sapremo ex-prostituta) che vive con un giovane disoccupato il quale vorrebbe che, per salvare il bilancio familiare, la sua compagna tornasse (saltuariamente, s’intende…) alla vecchia professione (tanto nella giungla di internet tante pulzelle coreane arrotondano così…). Hye-sun incazzata se ne va di casa e finisce proprio alla stazione dove ha il primo scontro con gli zombie. Inizia così un’avventura che vede coinvolta lei, il suo ragazzo alla sua disperata ricerca e un terzo elemento, un sedicente padre della ragazza, che si presenta all’uomo per aiutarlo nella ricerca. I tre si aggireranno per tre quarti del film tra i sobborghi di Seul cercando di ritrovarsi e cercando, al contempo, di salvarsi dagli zombie in costante aumento. Ora fino a qui che c’è di nuovo? Cos’è una versione animata di The Walking dead?

Più o meno.

Se, come si dovrebbe aver già capito, lo spunto iniziale vede protagonisti ubriaconi dimenticati da tutti, una dolce prostituta e un ragazzo tanto innamorato quanto ipocritamente disposto ad utilizzare le grazie della sua amata per evitare di cercarsi un lavoro, da qualche parte si vorrà ben arrivare. Ed in fatti la parte finale del film esplode in tutta la sua carica eversiva mostrando la polizia che ha ordine, dalle istituzioni, di reprimere gente innocente costringendola ad essere divorata dagli zombie per salvare la parte bene della città (scena che pare richiamare avvenimenti reali di soppressione violenta di gente che protesta contro quello che minaccia di tornare ad essere un regime, ovvero il governo sudcoreano, per cui la democrazia è sempre stata un optional, prima per volere dei militari ora, probabilmente, per volere dei potentati economici).

Ma non finisce qui perché si scoprirà (e chi vuole vedere il film non prosegua in questo paragrafo perché è spoiler) che colui che si presenta come padre della ragazza, molto impegnato a difendere la sua sicurezza, si rivelerà essere l’ex protettore della stessa che vuole riaverla per continuare a sfruttarla. Finirà in un massacro in cui gli zombie, poveretti, non c’entrano nulla!

Il film fa da prequel di Train to Busan, esordio di Yeong nel cinema live-action, girato subito dopo che ne è seguito e remake al tempo stesso.

In questo film è assai interessante anche la parte product placement. Infatti, soprattutto attorno alla stazione, appaiono tantissimi cartelloni pubblicitari, molti di questi con il brand leggermene cambiato (come si è soliti fare nel campo fumettistico). Quindi le brand ci sono e facilmente riconoscibili ma magari con una lettera cambiata. Se questo è per non voler rendere un servizio a marche che non hanno versato un contributo o se è per aggirare qualche regola non sappiamo. Certo è che non è efficace in nessuno dei due casi. Riconoscibilissimi infatti LG, acqua MAX, DUNKIN DONUTS, CITIBANK, COFFEE BEAN & TEA. Poi alcune cose locali come Hollys Coffee, Energy D (Bacchus) e stiamo parlando solo di quelle con caratteri occidentali…

(Il film è passato anche al Trieste Science Fiction lo stesso anno e ora è in vendita in DVD per la Midnight Factory insieme al suo seguito Train to Busan) 

Stefano Barbacini

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