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CINEMA
19 Giugno 2021 - 00:20

LA POTENZA DELL'ACQUA

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Chola (Shadow of water, Sanal Kumar Sasidharan, India, 2018)
LA POTENZA DELL'ACQUA

Sanal Kumar Sasidharan un altro nome di regista indipendente (del Kerala) indiano off-Bollywood da tenere presente e ce lo ha fatto conoscere l' estAsia 2021, festival che si svolge a Reggio Emilia e che anticipa il più famoso Far East di una settimana.

Il suo film, Chola o Shadow of water, non lascia indifferenti non tanto per la trama (piena di violenza fisica e psicologica che diventa saggio per spiegare l'animale-uomo ma anche semplice e non particolarmente pregna di novità) ma per la qualità del girato. Il regista fa parte degli artisti che vedono il cinema come un mix ponderato di narrazione e poesia. L'attenzione agli ambienti e al profilmico sono importanti quanto e più dell'azione. Un cinema in cui le immagini sono la cosa più importante e dove non c'è bisogno di sottolinearle sequenza per sequenza con colonne sonore tronfie di enfasi.

I villaggi poveri, gli squallidi quartieri periferici (un orrore di hotel diventa simbolo della sporcizia dell'animo umano ma pure verismo iconografico), la pioggia torrenziale, il fango, la nebbia, la foresta con il suo fogliame oscuro e minaccioso. Città notturne e piovose in una sequenza memorabile in cui la violenza non viene mostrata ma metaforizzata con la camera che volteggia impazzita tra i vicoli desolati e vuoti inseguendo una luce bieca, notturna e triste.

L'acqua. Tanta acqua. La potenza della natura, il panta rei dei fiumi che scorrono senza sosta nonostante le vicende umane, i corpi impotenti gei protagonisti. La forza e la violenza dell'orco, la vendetta senza catarsi, piccoli uomini e donne che hanno perso la loro volontà di vita perchè vittime delle prepotenze dei singoli ma ancor più di una società con i suoi tabù millenari.Terribili ma piccole cose di fronte alla potenza delle acque, delle cascate, delle pietre secolari.

Chola è cinema potente, morale ed ecologico ma di un ecologia che mostra una natura ne buona ne giusta. Una natura che è quel che è. Una natura che diventa cinema.

Una sola nota che inficia il risultato finale dell'opera in questione, gli attori non sempre sono all'altezza. Che sia voluto per far risaltare ancor di più la forza dell'inanimato?

L'unico sprazzo di civiltà "ripulita" è rappresentato dalla falsità mercantile dei centri commerciali e dei supermercati, in particolare qui troviamo Woodland dentro al quale appaiono Reliance, Revoln, Trends, Maersk... Un buon product placement lo ottiene anche il fuoristrada Mahindra, vecchio, apparentemente malandato, ma ancora capace di attraversare fiumi e farsi strada tra la foresta dove non vi sono vie tracciate...

 

Stefano barbacini

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