Al concorso del Bergamo Film Meeting 2023 abbiamo visto un buon film bulgaro, The good driver, di Tonislav Hristov, documentarista approdato alla fiction in un’opera con cui torna a girare al paese di confine (bulgaro-turco) in cui aveva ambientato uno dei suoi precedenti film. Partendo dalle storie che qui aveva appreso sul campo parlando con gli abitanti del luogo ha costruito la figura protagonista, Ivan, di questa sua ultima opera.
Vediamo Ivan all’inizio partecipare al funerale della madre e poi nel suo mestiere di taxista. Passa le notti a scorrazzare turisti ubriachi prelevati da un night club per cui lavora. Cadrà in disgrazia per aver truccato il tassametro e sarà costretto a tornare al proprio paese dove diventerà trafficante di uomini, con il suo taxi riadattato a mezzo per trasportare profughi dal confine turco alla Bulgaria.
Nel frattempo apprendiamo del suo passato di emigrante fallito, fuggito dalla Finlandia perché pieno di debiti lasciando lì la moglie e il figlio piccolo. Ora sta cercando di rimettere insieme il denaro per recuperare un passato che però sembra ormai perduto.
Ivan è una figura complessa, uno che vorrebbe ma non può, che non ha le capacità ne morali ne caratteriali per prendere in mano la propria vita. Si barcamena in una società marcia un po’ sfruttando, un po’ venendo sfruttato. Alla fine sempre perdente. Un uomo come tanti costretto dalle circostanze ad andare verso il fondo. Un uomo ne buono ne malvagio, un uomo che non riesce semplicemente a diventare quello che vorrebbe, un bravo padre e marito con un mestiere per mantenerli. Un uomo che fa errori uno dietro l’altro e che la società e la mancanza di solidarietà dei compaesani contribuiscono ad affossare.
Un film interessante anche per come giochi sui contrasti, sui confini morali e geografici. Come metta in contrapposizione città e paesi di provincia, emigrati economici e profughi di guerra, la vita nella società occidentale e quella di una repubblica ex-sovietica.
Tra il product placement la fanno da padrone le numerose marche d’auto (Toyota, Audi, Opel…), la Hertz ma soprattutto Adidas una cui tuta viene indossata continuamente dal protagonista che nasconde anche i propri soldi in una scatola di scarpe di quella marca. Poi vi sono anche le marche di birra Kamenitza e Apuaha nonché un amplificatore Korg.