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CINEMA
19 Giugno 2017 - 23:55

ESTASIA FILM FESTIVAL

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The Net (Kim ki-duk, Sudcorea, 2016)
ESTASIA FILM FESTIVAL

Proliferano i festival rivolti alla cinematografia del lontano oriente in Italia. Il Far East Film Festival evidentemente non scoraggia gli altri cinefili appassionati di questo cinema che si attivano per andare a scovare altre “gemme” o riproporne alcune già presenti a Udine e farne da cassa di risonanza.

L’Estasia Film Festival giunge alla seconda edizione ed è un’iniziativa a cura di Cineclub Peyote, Fond. Palazzo Magnani e Comune di Reggio Emilia. L’intento, decisamente ambizioso, è quello di selezionare “i migliori film della stagione”, naturalmente tra una selezione del tutto personale, così come i giudizi, degli organizzatori.

Film d’apertura è The Net, ultima opera di una vecchia conoscenza dei festival di tutto il mondo, quel Kim Ki-duk che dopo la crisi del 2008, ben documentata nel fenomenale Arirang, ha ripreso a dirigere con costanza. Autore di punta della rinascita del cinema sudcoreano, ha sfornato capolavori per un decennio poi ha un po’ frenato il suo linguaggio estremo andando verso un cinema più standard ma non per questo senza qualità.

In The Net la priorità è raccontare la divisione storica del suo paese. Una ferita mai rimarginata che ogni tanto ritorna nelle opere dei registi della Corea del  sud. La storia è quella di un pescatore nordcoreano che agisce nelle acque di un fiume proprio vicino alla frontiera con la parte meridionale della nazione. Causa un incidente al motore si ritrova a “sconfinare” e ad essere posto in salvo dalla polizia del Sud.

Inizia per lui un calvario kafkiano perché i “democratici” dirimpettai cominciano ad interrogarlo come sospetta spia e, quando sembrano convinti che in effetti non lo sia, cercano in ogni modo di convincerlo a chiedere lo status di rifugiato rinnegando la Corea del Nord. Dato che il nostro non vuole, principalmente perché dall’altra parte ha lasciato moglie e figlio, lo imprigioneranno di nuovo cercando di farlo passare per spia.

Dall’altro lato le cose non vanno meglio. La sua famiglia viene messa sotto interrogatorio e il nostro sospettato di tradimento. Quando dopo schermaglie politiche verrà rilasciato e “restituito” al nord, i suoi connazionali non faranno altro che ricominciare dove hanno finito quelli del sud. Lo imprigionano e interrogano portandolo all’esasperazione convinti di un suo tradimento.

Il film è una specie di “Ninotchka” in cui il mondo capitalista e ricco con i suoi eccessi e i suoi lussi e la sua sbandierata democrazia e libertà (che però mostra i suoi limiti ben esplicitati da una frase di una povera prostituta “la libertà è di chi se la può permettere economicamente”) viene contrapposta alla demagogia comunista dell’altra metà della nazione, per altro nelle mani di un dittatore che tutti conosciamo, ma in cui il povero pescatore ha gli affetti e il suo lavoro, e questo gli basta per avere quel minimo di felicità che non avrebbe al sud.

Solo a tratti però la “commedia” fa capolino nel film (ad esempio quando il protagonista si ritrova abbandonato nelle strade della metropoli tentatrice e non vuole aprire gli occhi per non essere accusato di prendere piacere agli agi capitalistici) che invece è duro e violento seppur narrativamente scorrevole e Kim tiene a mostrare Nord e Sud come due facce della stessa medaglia fatta di odio e fanatismo. Con la speranza non ancora svanita nelle menti della gente comune di una possibile riunione di un popolo così drammaticamente separato da eventi storici purtroppo devastanti e che hanno dell’assurdo.

Tante le marche di cui si fa sfoggio nel mondo capitalista. Appena il pescatore viene accolto dalla polizia gli vengono tolti gli abiti consunti per rivestirlo con una fiammante tuta Under Armour. Mentre il nostro si aggira per Seoul sono tantissime le brand che partecipano al product placement del film: Dunkin’ Donuts, Lacoste, Zara, Leaders e tante  altre. Tra gli oggetti utilizzati dai personaggi abbiamo una tv Samsung, molta birra Cass, una macchina fotografica Nikon, un cappellino Nike, l’I-phone e auto Toyota. Ma non è finita qui perché al protagonista, quando viene permesso di tornare al Nord, vengono fatti vari regali dal popolo sudcoreano che vede in lui un possibile eroe tra cui abbiamo ancora Nike, Mook, National Geographic e un nuovo motore per la sua barca, un Mercury.

STEFANO BARBACINI

Geumul

Regia: Ki-duk Kim
Data di uscita: 06/10/2016
Brand:
Nike

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