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CINEMA
18 Novembre 2016 - 04:39

Festival Dy's Chronicles: Italia

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Come ti vorrei (Giorgio Molteni, I, 2016)
Festival Dy's Chronicles: Italia

In occasione dell’uscita del numero zero della nuova versione di Dy’s Chronicles fra poche ore consultabile e scaricabile qui alcuni aggiornamenti: uno per sezione a cominciare dal Cinema Italiano con il film Come ti vorrei (2016).

Un imprenditore con una bella moglie (che solo noi sappiamo essere bisessuale) non prova più desiderio nei suoi confronti. In ufficio, fra l’altro, è circondato da belle colleghe e da colleghi arrapati. Un giorno arriva in ufficio una nuova segretaria che comincia a provocarlo e lui, letteralmente, non ci sta più dentro. Dopo essere stato rifiutato segue l’amico al Pepenero famoso locale di lap dance di Milano e Riccione, unico product placement e, per di più, deludente del film, dove fra le strippers trova la sua segretaria. Qui nasce l’amore ma la moglie lo scopre e va anche lei nel locale ad esibirsi come stripper. L’amore trionfa.

Per molti versi la professione del critico è facile.  Rischiamo molto poco pur approfittando del grande potere che abbiamo su coloro che sottopongono il loro lavoro al nostro giudizio. Prosperiamo grazie alle recensioni negative che sono uno spasso da scrivere e da leggere. Ma la triste realtà alla quale ci dobbiamo rassegnare è che nel grande disegno delle cose anche l’opera più mediocre ha molta più anima del nostro giudizio che la definisce tale.

Queste non sono parole mie ma del grande critico culinario Anton Ego che mi sento spesso di sottoscrivere. Ma che dire quando ci si trova di fronte a qualcosa di nuovo. Qualcosa di che ti lascia completamente spiazzato come è successo al mio gatto la prima volta che l’ho portato in aeroplano.

Che si può dire di fronte a una sceneggiatura da far invidia a Quentin Tarantino che rilascia perle di saggezza come il dialogo su una panchina fra la segretaria e l’amica sul fatto di approfittare della libido del capo:

“La solita vecchia storia la donna e il denaro”

“Mi offendi?”

“Ma no dai una citazione colta”

“E da quando?”

“Da quando sei colta?”

“Guarda che ho anche un cervello io e poi se la sera non leggo non riesco a prendere sonno”

“La donna e il denaro, un romanzo di James Cain”

“Un tuo amico?”

“No l’autore de il postino suona sempre due volte”

“E perché?”

Dalla panchina di Zelig al classico dialogo fra manager in ufficio:

“Tu pensi troppo alla gnocca”

“La gnocca è vita. Ti tira su il morale. Che ne so c’è un giorno grigio? Io penso alla gnocca”

Al salotto di casa fra amiche che prendono il te

“Ormai con me solo qualche sveltina e magari pensando ad un’altra”

“Beh, una sveltina è una cosa buona. Tante sveltine ancora meglio.  Anche vivere di sveltine può avere i suoi frutti”

Ma il top si ottiene nel prive con la sua voce fuori campo quando finalmente lui si avvicina a lei nuda e sta per trombarla:

“L’uomo è in grado di rendere bella la propria così come è in grado di renderla amara, feroce, usiamo parte della nostra scienza per fare del male ai nostri simili quando potremmo usarla solo per scopi umanitari, per alleviare la sofferenza. Quando penso alle guerre alle violenze, agli stupri al terrorismo votato ad una oscura visione della religione mi domando perché tutto questo? Perché? Perché? Perché?”

Ma perché?

Sarebbe da paragonare ad altri capolavori come Troppo belli o Amore 14 ma qui l’imbarazzo è davvero molto. Anche la recitazione non riesce nemmeno ad avvicinarsi all’ultimo dei gonzo   

Ci sono persino 2 chicche fenomenali. Si ringrazia Croce Rossa Italia ed ecco spiegato perché in tutti gli uffici ci sono tutti quadri a tema. Avranno capito cosa ci giravano? E per finire alla fine ritorna dopo circa 30 anni la parola fine.

Tornerò presto nella mia videoteca per riprendere questo capolavoro di cui non sarò mai sazio.

JMN

Come ti vorrei: As I d Like You to Be

Regia: Giorgio Molteni
Data di uscita: 01/01/2015
Location: Milano
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