Maria Rossi è una brava cabarettistita emiliana finita nell'alcolismo. Un giorno cade dal palco durante uno spettacolo e non è più in grado di risalirvi. La condizione peggiora fino alla perdita della madre, dopodichè ha un incidente e viene costretta ad un ricovero coatto in una struttura specializzata.
Il film racconta il duro lavoro fatto per tornare a galla da parte della protagonista, che vedremo recitare alla fine del film, per uscire dal tunnel dell'alcool, fra crisi, sconforto dei famigliari che fanno quello che possono per proteggerla e ricadute varie.
Detto questo, a parte la storia vera, il film è veramente brutto. Un prodotto ultratelevisivo da programmazione alle tre del mattino (ovviamente non a Fuori orario). Una serie di siparietti, flash dei vari momenti del percorso dove gli attori o sono sopra le righe, come la comunque bravissima Inaudi, o sembrano essere passati di li per caso giusto per aumentare il valore del cast in fase di vendita. Si salvano alcune figure laterali come quella di Beatrice (Melania Dalla Costa bravissima ed intrigante nei panni della pazza) e della malata di sesso Marta (Elisabetta Pellini, fenomenale quando chiede al padre di Maria, Andrea Roncato, se gradisce un pompino "sa sono brava"), ma va da se che da solo non basta.
Lasciamo poi perdere il product placement (questo si è il vero delirio). Una clinica con i cartelli pubblicitari in ufficio. Peccato per l'alcolismo se no avremmo preferito quelli del Fernet Branca e Punt & Mes nella stazione di polizia dei vari poliziotteschi che non, come in questo caso, Unipol. La Credem è protagonista con un paio di siparietti malsani al suo esterno, l'acqua Ventasso c'è ma non si vede e la birra Best Brau sta accartocciata in quantità industriale vicino alla panchina durante l'ennesima sbronza. (sarà contento il gruppo Eurospin).
Poi però il colpo di genio. Buio. La Inaudi seduta ad un tavolino di un bar con la birra. Dietro passa il furgone del catering I Love My Kitchen. Buio. E a noi salva il (Tele)film.