In Sudafrica durante il periodo della costruzione della grande ferrovia piccole cittadine satellite abitate dagli operai nascevano lungo il percorso e venivano chiamate con i nomi di famose città europee. Il film di Michael Matthews è un western ambientato in una di queste città chiamata Marsiglia. Presentato al NIFFF, Neuchatel International Fantastic Film Festival 2019 nell’interessantissima sezione dedicata ai film sub-sahariani, Five fingers for Marseilles è oggetto curioso girato in una location sperduta in mezzo all’arido e immenso paesaggio in mezzo a canyon che nulla hanno da invidiare a quelli americani.
Tau detto “Il leone” torna al paese da cui era fuggito anni prima ancora ragazzo e ritrova i compagni di allora cambiati sia fisicamente che nei comportamenti, inariditi come il paesaggio che li circonda. Erano una giovane banda ribelle al potere costituito, banda disciolta dopo l’intervento della polizia, il fratello di Tau, Zulu, è morto, la donna con cui ha avuto un figlio gestisce la locanda del paese, un altro compagno è diventato sindaco, grasso e benestante, accomodante con il potere. La polizia è dalla parte dei “cattivi”, un’accozzaglia di rozzi bruti comandati da “The ghost”, un mezzo stregone filosofeggiante e malvagio, che tiranneggiano la regione. Tau sarà chiamato dagli eventi a riprendere in mano le armi e con il nipote a combattere la banda.
Western sporco e sudato che non fa mistero di appropriarsi dei topoi del genere saccheggiando Hawks, Sturges, Django e Leone mettendovi anche un pizzico di Mad Max. Visivamente stupendo è un’opera decisamente da recuperare.
No product placement.